“Non accettiamo lezioni di democrazia da chi si rifugia nella richiesta del voto segreto per alimentare il “mercato delle vacche”. Dieci secondi di video estrapolati da un intervento più ampio tenutosi in occasione del voto sull’abolizione delle Province, dimostrerebbero, secondo Luca Sammartino, che anche a dire dell’allora deputato Nello Musumeci, “il voto segreto è un legittimo diritto del Parlamento”. Video però tagliato e sofisticato nel suo contesto, ad uso e consumo della platea di aficionados plaudenti per puntare il dito contro quella che all’ascolto sembrerebbe apparire come una contraddizione con quanto asserito dal Presidente in occasione del più recente intervento contro l’uso del voto segreto”.
Lo dichiarano Tania Pontrelli e Luca Tantino del Direttivo Regionale di Diventerà Bellissima.
“Ma il resoconto stenografico (di fianco) di quello stesso intervento mostrato attraverso il video tagliato ad hoc dall’eroico Sammartino, dimostra inequivocabilmente come il pensiero di “ieri “esplicitato dal deputato Musumeci sia coerente con le parole di “oggi” del Presidente Musumeci, con il suo richiamo al coraggio palese che dovrebbe ispirare tutto il Parlamento regionale al momento del voto”.
“Nessuna contraddizione – proseguono – quindi, semmai la conferma di ciò che Musumeci ha sempre pensato e praticato, uniformandosi a coerenza e linearità di comportamento. E se il richiamo del Presidente all’etica della responsabilità che ha tuonato nell’aula del Parlamento regionale in occasione della votazione sulla legge di stabilità più emergenziale della storia recente non è stato sufficiente a smuovere le coscienze di alcuni deputati, siamo certi che ha invece fatto breccia nel cuore e nelle coscienze dei Siciliani. Luca Sammartino non ha fatto altro che prendere un pezzo di realtà parlamentare per decontestualizzarlo, smontarlo e rimontarlo in una nuova ricontestualizzazione contraffatta, dal chiaro sapore dell’inganno mass-mediatico. Purtroppo per lui i fatti e la storia personale di Nello Musumeci sbugiardano il misero e fallimentare tentativo di pugnalare alle spalle la coerenza di un soggetto politico integro e inconcusso.