Nel porticciolo di Sferracavallo le sole zone di alaggio pubblico “nell’area portuale” ed in particolare le calette dette “zotta” e “casa quarara”, da sempre zone di ricovero delle lancitedde, ovvero le barchette in legno della borgata, cui è stata avviata la richiesta per il riconoscimento storico ed etno-antropologico da parte del REIS (Registro delle eredità immateriali dell’UNESCU ), sono state date in concessione a società private e senza preavviso ai proprietari che si ritrovano privi di aree dove poter ricoverare e ormeggiare le lancitedde.
Le variopinte lancitedde non sono beni di lusso e sono piuttosto tenute “vive” grazie all’abnegazione e alla passione degli sferracavallesi che ne curano il recupero e la sistemazione con interventi periodici, infatti i delicati natanti sono realizzati unicamente in legno e richiedono interventi stagionali quali la stuccatura e la pitturazione nonché la manutenzione e il cambio di alcune strutture e sovrastrutture deteriorate dal tempo e dagli agenti atmosferici che solo alcuni artigiani specializzati, i conzavarchi, possono realizzare.
Siamo in presenza di più di quaranta imbarcazioni che rischiano di scomparire e con loro le secolari tradizioni marinare, pertanto saranno indette manifestazioni di protesta per denunciare questa inaudita disattenzione delle istituzioni che hanno concesso le aree demaniali a privati proprio quelle che ospitavano le lancitedde da oltre 70 anni e da secoli gli uzzareddi dei padri fondatori della borgata marinara, la più grande del palermitano sia pur intesa come pesca artigianale se non della Sicilia occidentale fino al secondo dopo guerra.
Già da sabato prossimo, 22 maggio 2021, alle ore 10.00 nella caletta della zotta ci sarà una riunione tra i proprietari delle lancitedde per stabilire le modalità su come intervenire.