In attesa di riforme da far approdare all’Ars, qualcosa nelle commissioni si muove. A Palazzo la questione del precariato pubblico siciliano non è più rinviabile, diventato ormai una vera e propria emergenza sociale.
E’ stata una mattinata intensa e proficua, quella di ieri per la commissione Affari istituzionali presieduta dal democristiano Ignazio Abbate. Durante l’audizione con il presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, e del segretario Mario Emanuele Alvano, del dirigente dell’assessorato al Lavoro, Ettore Foti, la I commissione ha discusso di tre categorie di precari che attualmente svolgono una serie di servizi nelle amministrazioni locali. Stiamo parlando di Asu, dipendenti part time e contrattisti.
“La stabilizzazione degli Asu negli enti locali – commenta l’esponente della Dc – è un tema già affrontato diverse volte in seno alla stessa commissione e anche in altre sedi sia istituzionali che non. Stiamo facendo passi in avanti significativi come testimonia il recente prolungamento del contratto ed il relativo aumento delle ore settimanali a 36, ma non c’è dubbio che ormai lavoriamo tutti per un unico obiettivo: quella stabilizzazione che possa dare dignità lavorativa a centinaia di lavoratori”.
Il focus è stato aperto anche rispetto alla trasformazione da part time a full time dei 12 mila dipendenti comunali che attualmente sono sotto contratto a tempo indeterminato, ma con orario ridotto.
“Per loro stiamo lavorando ad un provvedimento – spiega il presidente della I commissione – che possa sostenere i Comuni per l’aumento dei contratti da 24 a 36 ore.
E infine, non certo per importanza, la proroga dei 1200 cosiddetti ‘contrattisti’ attualmente impiegati negli enti locali il cui contratto scade il 31 dicembre. I Comuni che si trovano in una fase di dissesto o in una di rientro dal dissesto, non sono nelle condizioni di prorogare i contratti, non avendo abbastanza liquidità e casse solide.
“Per loro – conclude Abbate – lavoreremo di concerto per approvare una norma che dia la possibilità di proroga del contratto che gli possa consentire una sorta di continuità lavorativa più importante, prologo di una futura stabilizzazione”.
Una sfida di cui il governo Schifani si fa carico già dalla prossima manovra regionale. La stabilizzazione, madre di tutte le battaglie di lavoratori e lavoratrici che da decenni consentono il funzionamento della pubblica amministrazione, rappresenta da sempre un tasto dolente per la Regione, soprattutto per la scomoda posizione di reperire le ingenti risorse a fronte dei servizi forniti dagli enti locali.
Le novità in commissione Affari istituzionali non finiscono qua, rivelandosi una delle commissioni più produttive dell’Assemblea regionale siciliana. Il presidente Abbate ha poi incontrato Carmen Madonia, dirigente della Funzione pubblica. Al centro dell’incontro l’iter per l’assunzione delle 487 unità di personale a tempo pieno ed indeterminato (categoria C) per il potenziamento dei Centri per l’impiego della Sicilia.
“I vincitori del concorso – commenta il deputato all’Ars Ignazio Abbate – entreranno in servizio non appena approvati il conto consuntivo ed il consolidato 2022 che sono già in Aula. Se riusciremo ad approvarli entro il 30 novembre, come appare probabile visto che gli atti sono già in parlamento, ci sarà immediatamente la convocazione di tutti i vincitori di concorso. A seguire, in caso di eventuali rinunce, verranno chiamati gli idonei che prenderanno il posto, per scorrimento, dei rinunciatari. In questo modo, entrati in servizio tutti i vincitori, sarà possibile sopperire alla mancanza di personale che ha costretto la Regione a chiudere diversi uffici periferici. Città al momento sprovviste, ad esempio Scicli dove recentemente è stato approvato il progetto pilota per uno sportello Cpi telematico, potranno ospitare questo servizio così importante per i cittadini”.