La questione dei precari Covid è approdata all’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, dopo l’audizione discussa questa mattina in Commissione Sanità sul mancato rinnovo dei contratti delle figure professionali che sono state impegnate nel periodo più difficile della pandemia.
A Sala d’Ercole l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, intervenendo sul tema ha detto: “Quando si è passati alla fase post emergenziale, sono intervenuti due provvedimenti: uno legislativo nazionale che ha indicato quali erano le attività che dovevano proseguire fino al 31 dicembre, e una mia circolare che ha chiaramente identificato che si andava verso la diminuzione del carico orario dei lavoratori, ma nell’ambito di un sistema che non ponesse a rischio né le azioni di contact tracing, né le azioni di monitoraggio territoriale”.
“In questo senso – continua l’esponente del Governo Musumeci – non avendo ricevuto molte sollecitazioni anche oltre il territorio della Provincia di Messina, ma in alcune altre aziende sanitarie provinciali, sto completando una ricognizione delle discrasie tra la circolare emanata dall’Assessorato e le condotte eventualmente tenute singolarmente dalle Asp, in maniera tale da potere riferire anche in Commissione su quali azioni intraprendere. Ritengo che entro questa settimana– conclude Razza – si possa completare questo lavoro”.
Nel frattempo, saranno rivisti i provvedimenti di licenziamento di tutte quelle figure necessarie per affrontare quella che, di fatto, si presenta come una nuova emergenza sanitaria.
A sollevare la questione il capogruppo di Forza Italia all’Ars e deputato della provincia di Messina, Tommaso Calderone, che durante i lavori d’Aula ha spiegato come l‘Asp di Messina, a differenza delle aziende sanitarie provinciali di Palermo e Catania, il 30 giugno, non ha provveduto alla prosecuzione contrattuale a favore di alcune categorie di professionisti, quali psicologi, tecnici della prevenzione, biologi, assistenti sociali, tecnici della prevenzione ed educatori impegnati nelle Usca o in altre strutture sanitarie e che hanno avuto un ruolo essenziale nel momento più difficile della pandemia, “ritenendo che non era più necessario che questi professionisti prestassero la loro opera al servizio della sanità messinese. Oggi, in commissione sanità sono stati sentiti i vertici dell’Asp 5 e hanno motivato le ragioni per le quali hanno ritenuto di non rinnovare questo contratto, al contrario di quanto è avvenuto per altre categorie professionali, sia pure diminuendo le ore. Ma, accade che in altre province siciliane, è stato rinnovato lo stesso contratto alle stesse categorie“.
L’interruzione repentina dei rapporti di lavoro avviene, secondo quanto riportato in Aula, in un momento particolarmente delicato, in cui i casi di positività sono in continuo aumento. “Mentre la curva dell’epidemia aumenta in maniera spaventosa, l’Asp di Messina ritiene, per le ragioni esposte oggi, che queste categorie professionali non erano ‘meritevoli’ del rinnovo, mentre tutte le altre Asp della Sicilia, proprio perché la curva è in ascesa, hanno contrattualizzato per altri circa 6 mesi per quelle categorie. Non capisco questa disparità di trattamento”, ha concluso il parlamentare azzurro.