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La crisi economica ha provocato una riduzione delle diseguaglianze al ribasso: ma solo perché ha colpito più pesantemente gli uomini, mentre l’unico settore che non ha conosciuto crisi è quello dei servizi alle famiglie. Si è piuttosto accentuata la vulnerabilità delle donne nel mercato del lavoro: è cresciuto il part-time, ma più per scelta delle imprese che come strumento di conciliazione dei tempi di vita; è peggiorata la qualità del lavoro, non si è più investito in servizi e il welfare è sempre più basato sul lavoro di cura da parte delle donne.
Sono alcuni passaggi dell’intervento di Linda Laura Sabbadini, esperta in statistica di genere, che in collegamento Skype ha aperto nell’arena della parrocchia di Sant’Agnese a Danisinni i lavori dell’assemblea cittadina organizzata dalle donne di Prendiamo la Parola e ha sottolineato la necessità di rifondare il welfare.
Temi economici, come quelli affrontati da Cleo Li Calzi, manager statistico ed economico, che denuncia come finora sia stata fatta una narrazione sbagliata Nord/Sud, come fossero due entità distinte con problemi diversi e, perciò, alla ricerca di soluzioni distinte, dalla riduzione della spesa pubblica al sud, alla mancanza di infrastrutture, a un sistema che si basa ancora su lavoro nero sul precariato e sulla mancanza di politiche sui giovani, mentre il riequilibrio tra nord e sud richiede politiche economiche e sociali che promuovano competitività e coesione.
E ancora nel l’intervento di Eleonora Riva Sanseverino, docente universitaria di ingegneria elettrica, sono stati discussi i dati sul disallineamento tra formazione universitaria e mondo del lavoro, la scarsa attenzione alla ricerca e ai finanziamenti che provocano un enorme spopolamento delle università per la migrazione dei giovani cervelli.
Anna Abita Dirigente chimico dell’Arpa Sicilia, ci ha ricordato che un consumo attento di acqua, l’acquisto di prodotti a km zero, una riduzione della produzione di rifiuti e soprattutto dei rifiuti non recuperabili, l’uso di mezzi pubblici e, se privati, non a combustione, per gli spostamenti nelle città, la riduzione “compulsiva” dei consumi “usa e getta”, che peraltro invita le aziende a produrre prodotti di scarsa qualità a basso prezzo ma con un elevato costo ambientale e probabilmente senza neanche il rispetto dei minimi criteri di sicurezza e dei diritti per i lavoratori, sono tutti processi in cui le scelte dei cittadini possono avere un loro peso.
Ministre dell’ambiente, direttrici dell’Arpa, sono posizioni ancora troppo poco occupate dalle donne. Temi centrali nell’impegno di Prendiamo la parola già dalla sua fondazione, il 22 settembre del 2018, sotto la guida di Simona Mafai, recentemente scomparsa.
E poi le migrazioni, con le storie drammatiche di chi approda e l’esigenza di sostituire alla carità i diritti nelle parole della giornalista Lidia Tilotta. Presente anche Osas Egdon, presidente dell’associazione delle Donne di Benin City, in prima fila nella battaglia contro la tratta e la mafia nigeriana.
È stata l’occasione per accendere i riflettori su un quartiere nel quale è in corso un interessante tentativo di riqualificazione, con gli interventi di operatrici di Danisinni e del parroco fra’ Mauro.
L’assemblea delle donne di PLP ha fissato il prossimo appuntamento a fine ottobre per la costituzione dei gruppi di approfondimento dei temi trattati, ai quali faranno parte tutti coloro che vorranno contribuire alla stesura di una proposta da far arrivare alla politica locale e nazionale e che potranno segnalarlo attraverso una mail a prendiamolaparola@gmail.com.