Si è concluso il progetto “Prima che tutto prenda una brutta piega“, ideato da Cna Catania in collaborazione con l’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale – Compubblica. Il percorso sperimentale di formazione è stato pensato per implementare la sensibilità degli operatori di determinati comparti, nonché la capacità di riconoscere casi di violenza domestica. I momenti di confronto sono stati dedicati a titolari di saloni di acconciatura e di centri estetici della provincia di Catania, soci di Cna.
Tenutesi in modalità a distanza, le giornate formative si sono occupate delle origini sia culturali che sociali del fenomeno della violenza di genere e sui minori. Il laboratorio artigiano può divenire un basilare punto di ascolto, utile innanzitutto a fare prendere reale consapevolezza alla vittima di violenza di essere tale, per indirizzare in un secondo momento verso le forze dell’ordine.
“In un momento storico di rara delicatezza, Cna Catania ha scelto di occuparsi di una emergenza dentro l’emergenza, acclarato come il lockdown di primavera in Italia abbia aggravato la condizione di chi vive situazioni di violenza domestica“, ha sottolineato il presidente di Cna Catania, Floriana Franceschini.
“Il corso da noi organizzato e sviluppato insieme a Compubblica vuole evidenziare il possibile ruolo sociale degli artigiani – spiega –, opportunamente formati, nel fare venire a galla contesti di dolore nascosto che è assolutamente doveroso ricondurre a una serena normalità. Come ogni donna merita, come ogni bimbo merita“.
Per Andrea Milazzo, segretario di Cna Catania, “la violenza di genere e sui minori è una realtà trasversale e diffusa nel quotidiano. I parrucchieri e gli estetisti che hanno partecipato al nostro corso hanno appreso come comportarsi per orientare le vittime quando manifestano più o meno silenziosamente le loro difficoltà, a partire dai segni del corpo o dalle reazioni ai messaggi. Ai nostri iscritti, laddove possibile, chiediamo uno sforzo di vigilanza attiva, per così dire. Arginare e rintuzzare un fenomeno diffuso come quello della violenza domestica è dovere comune e Cna ha ritenuto giusto fare la sua parte“.
“Una piccola, ma significativa rivoluzione di formazione verso la comunicazione di gratuità sociale è quella che si è realizzata con questo corso, a destinatari inconsueti, in un contesto quanto mai applicato“, ha dichiarato la consigliera nazionale di Compubblica, Rosaria Caltabiano, “ho realizzato un progetto auspicato da anni e ho potuto farlo grazie alla volitiva sensibilità dei dirigenti di Cna Catania. Da siciliana, sono stata felice di concretizzare questo progetto-pilota proprio nel capoluogo etneo“.
Comunicazione di sola gratuità sociale, ovviamente, perché nessuno pretende che estetisti e parrucchieri svolgano un ruolo sociale istituzionale. Tutte le donne vanno dall’acconciatore e lì parlano e/o ascoltano. Il rapporto empatico che i professionisti sapranno attivare in questi luoghi (liberi dalla formalità delle sedi istituzionali dedicati alla denuncia delle violenze) farà emergere disagi e specifici episodi. Gli artigiani posso dunque divenire alleati, sentinelle e antenne innanzitutto per far emergere la consapevolezza dell’essere vittime.
Il ciclo di formazione ha previsto quattro lezioni in due giornate. Importante il contributo del luogotenente dei Carabinieri Manlio Jacona, che ha descritto il dipartimento dell’Arma che si occupa di violenza di genere, le norme rinnovate di intervento e presa in carico, la capacità di identificare la violenza e sostenere le vittime.
All’evento formativo hanno contribuito anche l’Ordine degli psicologi di Catania, con il quale Cna ha da tempo una convenzione. I professionisti si sono resi disponibili e sostenere le difficoltà degli artigiani coinvolti dal punto di vista psicologico, qualora i casi si rilevassero pesanti e complessi.
Non ultimo, l’avvocato Giuseppe Fiumanò, intervenuto quale componente dell’Ordine etneo, che ha parlato della disponibilità di stilare una convenzione con il progetto, spiegando il gratuito patrocinio a spese dello Stato, un riferimento importante per le donne che ritengano di non potersi opporre alla violenza anche a causa di assenza di risorse economiche per affrontare una denuncia e poi un processo.
Dal canto suo, il Delegato Sicilia di Compubblica Giuseppe Idonea ha puntato l’attenzione sulle conseguenze sociali dell’uso improprio dei social media e delle ripercussioni che ogni superficialità informatica e la leggerezza nell’utilizzo dei dati personali possono rappresentare quale concausa negli eventi di violenza.
La pediatra Sonia Sudoso ha invece illustrato i casi di violenza assistita da parte dei bambini e quanto simili condizioni siano dannose tanto quanto la stessa violenza subita.
Infine, Santi Cautela di Compubblica ha illustrato i tanti aspetti comunicativi del corpo e descritto i luoghi ospedalieri di tutela della salute fisico-psicologica e pratica (il percorso Codice Rosa presso i pronto soccorso ospedalieri).