“Signora, perché è venuta in pronto soccorso? Che le fa male?”
“Mi fa male la vita!”
Questo è uno dei mille dialoghi quotidiani tra pazienti e medici dell’emergenza-urgenza siciliani nei Pronto Soccorso, specchio non solo della situazione complessa in cui si trova il Sistema sanitario nazionale, ma anche della società di oggi.
Nei Pronto Soccorso, aperti h24, medici, infermieri, pochi e con affanno ma dedizione, accolgono tutti e si occupano di ogni singolo paziente a 360°, unica discriminazione: la tipologia di emergenza che, 1 su 4 dei casi è differibile.
Buona parte di questi infatti, sono pazienti che non presentano traumi e arrivano al Ps in modo autonomo o inviati dal medico di famiglia, nei giorni feriali e festivi e in orari diurni, con dimissione al domicilio o a strutture ambulatoriali. Ma un dato importante è che ad accedere in maniera impropria sono soprattutto gli uomini tra i 25 e i 64 anni, quindi in età lavorativa.
“Il Pronto soccorso è aperto 365 giorni l’anno per i bisogni reali che sono rappresentati dall’emergenza-urgenza“, spiega Massimo Geraci direttore dell’Unità di Medicina d’Urgenza dell’Arnas Civico di Palermo.
“In realtà sappiano che la presa in carico globale del paziente significa anche presa in carico di aspetti che non sono unicamente assistenziali ma anche di tipo socioculturale – sottolinea –. Ma ci sono anche comportamenti opportunistici da chi vuole velocemente raggiungere l’erogazione o persino chi cerca di truffare le assicurazioni che, quando c’è ne accorgiamo, denunciamo. Tutto questo naturalmente impatta su quello che è un servizio che nasce per rispondere alle condizioni cliniche di emergenza-urgenza, in crisi per le problematiche che conosciamo tutti: carenza d’assistenza sanitaria territoriale, di personale e strutture inadeguate“.
L’appropriatezza delle visite in Pronto Soccorso aumenta progressivamente con l’età:
- 6,3% nella fascia di età 5-9 anni;
- 10,7% nella fascia 40-44 anni;
- 36,8% nella fascia 85-89 anni;
- 44,2% nella fascia 95-99 anni.
Urgenze differibili:
- 62,3% nella fascia 45-64 anni;
- 37,7 % nella fascia 15-24 anni.
Principali cause di accessi differibili in Pronto Soccorso:
- peggioramento della condizione clinica dal paziente, anche soggettiva;
- facilità di accesso per mancanza di appuntamento;
- scarsa fiducia verso le cure primarie o scarsa soddisfazione nelle prestazioni del generalista;
- maggiore fiducia nei medici e infermieri del Pronto Soccorso rispetto ai colleghi del territorio;
- livelli di ansia per la salute in generale, con bisogno di risposte tecno-specialistiche;
- scarsa conoscenza dei servizi territoriali e delle loro prestazioni.
- lunghe attese per visite specialistiche o diagnostiche;
- ampia offerta e immediata di prestazioni mediche e diagnostico-terapeutiche anche per i codici minori;
- esami di laboratorio e strumentali senza la preventiva consultazione del proprio medico;
- “celere” risposta ad un malanno che non è stato risolto sul territorio;
- assenza di procedure burocratico-amministrative per accedere alle cure;
- costo delle prestazioni nullo o vantaggioso.
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