Proseguono senza sosta le protese e le richieste di aiuto provenienti dagli operatori della pesca.
Nelle scorse settimane i pescatori di Sciacca e delle Eolie avevano attirato l’attenzione con gli allarmi lanciati, puntando il dito contro le stringenti politiche, gli scarsi interventi da parte delle istituzioni regionali e nazionali e le criticità dettate dai cambiamenti climatici che hanno mutato le fisionomie del Canale di Sicilia, un tempo mare vivo e ricco di vita e oggi sempre meno pescoso, con una grave diminuzione degli stock ittici.
Interlocuzioni sono portate avanti a Bruxelles, come aveva dichiarato l’eurodeputato e componente della Commissione Pesca Giuseppe Lupo (CLICCA QUI), mentre nel territorio regionale, in Sicilia sono iniziate le prime interlocuzioni tra il comparto e l’Ars. La scorsa settimana, infatti, in III Commissione Attività Produttive, presieduta da Gaspare Vitrano, si è tenuta una prima audizione alla presenza del presidente piccola pesca eoliana di Unicoop Sicilia Giuseppe Spinella (CLICCA QUI).
Novità oggi arrivano anche da Licata, dove si è svolto un incontro tra numerosi pescatori locali e Legacoop Sicilia, ma anche tra le fila di Confcooperative Fedagripesca Sicilia, che ha richiesto un confronto con la Regione, tenendo conto del grave stato di crisi del settore.
Legacoop Sicilia a Licata
Si è svolto sabato 15 marzo, presso l’aula consiliare del Comune di Licata, un incontro tra numerosi pescatori locali e Legacoop Sicilia. L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del sindaco di Licata, Balsamo, e dell’assessore Sitibondo.
Hanno partecipato al confronto Filippo Parrino, vicepresidente nazionale di Legacoop Agroalimentare e Pesca, Domenico Pistone, responsabile regionale di Legacoop Sicilia Agroalimentare e Pesca, e Luca Meli, presidente della Società Cooperativa Click Fish.
Domenico Pistone ha sottolineato come l’incontro abbia rappresentato un’importante occasione per ribadire il ruolo strategico della marineria licatese e affrontare le criticità che colpiscono il settore ittico, aggravate dai regolamenti europei e dai cambiamenti climatici. In questo contesto, la cooperazione può offrire soluzioni efficaci alle problematiche attuali e valorizzare le singole realtà del territorio.
Filippo Parrino ha evidenziato la necessità di riconoscere i pescatori come una risorsa fondamentale, custodi del nostro mare. “Come Legacoop – ha dichiarato – siamo pronti a sostenere tutte le iniziative che possano rafforzare la marineria licatese, promuovendo il modello cooperativo come strumento di sviluppo sostenibile e solidale“.
L’incontro ha rappresentato un momento di confronto costruttivo per individuare strategie condivise a tutela del settore ittico e della comunità di pescatori di Licata. Nel corso dell’incontro, inoltre, ha sottolineato Parrino si è discusso della necessità di introdurre misure che tutelino maggiormente la pesca artigianale e del provvedimento che prevede misure di compensazione a seguito dell’esondazione del fiume Salso , su cui visti i danni incendi subiti proprio dalla marineria Licatese ci saremmo aspettati maggiori risorse.
Le richieste di Confcooperative Fedagripesca Sicilia alla Regione
Il rinnovo della misura credito di imposta per l’acquisto di carburante da parte delle imprese di pesca e che riteniamo, unico strumento attivabile nell’immediato per contrastare, almeno in minima parte, l’attuale crisi e subito un incontro alla Regione. La richiesta parte da Confcooperative Fedagripesca Sicilia, che attraverso il presidente Nino Accetta ed il vice presidente Francesco Catanzaro, torna a chiedere con forza un incontro urgente all’assessorato Regionale a cui la federazione fa presenti le principali tematiche che determinano la crisi del settore nell’Isola.
Tra queste, le continue “restrizioni dovute ad una politica, da parte della Unione Europea, ma anche del Governo Nazionale, mirata esclusivamente alla riduzione della flotta, alla limitazione dei sistemi di pesca, delle giornate di pesca, alle limitazioni delle zone di cattura attraverso l’istituzione di diverse aree di nursery nel Canale di Sicilia. Di queste aree di nursery, a distanza di oltre 6 anni – fanno presente Accetta e Catanzaro – non si riscontra alcun dato scientifico sull’effettivo mantenimento e/o aumento dei livelli degli stock ittici ottenuti in virtù di tali restrizioni (che noi riteniamo non ci sia stato e che, anzi, abbia provocato l’effetto contrario) e che, di contro, ha costretto e costringe tutt’ora le imbarcazioni ad operare in zone di pesca sempre più ristretti con il rischio che le restanti esigue zone di pesca disponibili battute dai pescherecci siciliani vengono depauperate in pochissimo tempo“.