“La grave situazione finanziaria in cui si trovano le ex Province siciliane è da ricercare nella drastica riduzione e nell’azzeramento dei trasferimenti statali nonché nel prelievo forzoso operato dallo Stato attraverso il contributo alla finanza pubblica che per il solo 2018 e’ stato di 277,1 milioni di euro, pari al 42% delle uscite degli enti siciliani“. Lo affermano Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo, capogruppo e deputato di Sicilia Futura all’Assemblea regionale siciliana.
“Ad oggi il disequilibrio finanziario globale delle ex Province in Sicilia, quantificato dal monitoraggio effettuato dal dipartimento Autonomie Locali della Regione, è pari a 155,4 milioni, quasi il doppio rispetto all’anno precedente quando si assestava a 82,6 milioni – dicono D’Agostino e Tamajo -. Catania e Siracusa hanno uno squilibrio pari rispettivamente a 35,7 e 35,3 milioni di euro, Palermo 23,4 milioni, Trapani 15,7 milioni, Messina 13,5 milioni, Ragusa 11,9 milioni, Enna 8,4 milioni, Caltanissetta 7,5 milioni e Agrigento 3,7 milioni“.
“Tale situazione – proseguono – ha compromesso l’erogazione di servizi, in particolare la gestione della rete stradale di competenza, l’assistenza ai disabili, il supporto alle scuole di secondo grado, l’edilizia scolastica e, infine, ha messo in discussione la continuità del rapporto di lavoro dei dipendenti“.
“A nulla serve lo stanziamento di 100 milioni di euro annunciato dal sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa poiché queste risorse, di fatto, taglieranno gli investimenti per la Sicilia a vantaggio solamente delle spese correnti delle ex Province, ma con fondi insufficienti – proseguono i due deputati regionali –. L’impegno a destinare risorse aggiuntive da parte del governo Conte e’ venuto meno, auspichiamo che il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore all’Economia Gaetano Armao assumano responsabilmente iniziative affinche’ non si concretizzi un ulteriore scippo a danno della Sicilia che metterebbe la parole fine alla progettazione di molte opere strategiche ed alla stabilizzazione dei precari“.