I cani da salvataggio sono veri e propri eroi silenziosi, capaci di compiere imprese straordinarie grazie a un mix di dedizione, addestramento e istinto. Dotati di una straordinaria capacità di percezione dell’ambiente, di una resistenza fisica eccezionale e di un legame indissolubile con il loro conduttore, questi cani sono impiegati in missioni di soccorso fondamentali. Dal salvataggio in mare alla ricerca di dispersi in montagna, fino agli interventi tra le macerie o in scenari di calamità naturali, il loro contributo può fare la differenza tra la vita e la morte.
A raccontarvi il mondo di questi incredibili cani è Alessandro Montes, presidente dell’Associazione Cani Salvataggio (ACS).
Com’è nata l’ACS e qual è la sua missione?
“L’Associazione Cani Salvataggio nasce dalla passione di diversi istruttori ed addestratori cinofili che hanno voluto unire l’amore per gli animali, l’addestramento e l’educazione cinofila con l’attività sportiva e acquatica. Il nostro obiettivo è operare nel settore del salvataggio acquatico attraverso i nostri meravigliosi cani, che si prodigano in situazioni di emergenza e controllo costiero. Siamo presenti in tutta la Sicilia, in Calabria e anche nel Lazio. Le nostre attività comprendono il salvataggio nautico, la ricerca in superficie come il mantrailing con testimone d’odore e l’addestramento rivolto a tutte le razze. Inoltre ci occupiamo di pet therapy”.
Esistono razze particolarmente predisposte a diventare cani da soccorso?
“Assolutamente sì! Per le attività acquatiche le razze più adatte sono Labrador, Golden Retriever, Terranova e Bovari del Bernese. Sono cani con una naturale predisposizione al lavoro, un carattere mite e tranquillo, e possiedono quella che gli inglesi chiamano ‘Will to Please‘, ovvero il desiderio di compiacere il padrone. Il nostro addestramento si basa sul rinforzo positivo e sulla stimolazione delle caratteristiche innate di razza. Il riporto, ad esempio, è fondamentale per il salvataggio in acqua, ed è un’abilità naturale per Retriever come Labrador e Golden”.
Quante unità cinofile fanno parte dell’ACS?
“In Sicilia abbiamo attualmente circa 15 unità cinofile operative e una ventina in formazione, in attesa di superare il test finale per ottenere il brevetto. Inoltre, circa 180-190 cani frequentano i nostri corsi di educazione e conduzione”.
L’addestramento riguarda solo i cani o anche i proprietari?
“L’educazione del cane inizia sin dai primi mesi di vita, ma il vero addestramento è rivolto ai proprietari. Formare un cane da salvataggio è un percorso lungo e impegnativo, che può durare fino a due anni e richiede una preparazione approfondita. Il primo passo è la socializzazione, essenziale per garantire che il cane sia docile e gestibile in qualsiasi contesto. Segue l’obbedienza avanzata, con esercizi mirati alla risposta ai comandi vocali e gestuali, anche a distanza. Il cane viene poi abituato al nuoto e alla resistenza, imparando a muoversi in condizioni difficili come mare mosso o acque profonde. Un aspetto cruciale è il recupero e il traino, con simulazioni di soccorso per affinare le tecniche di salvataggio. Infine, l’addestramento include l’interazione con mezzi di soccorso, come motovedette, elicotteri e moto d’acqua, per prepararli a operare in scenari reali.
Oltre all’addestramento specifico per il salvataggio, è fondamentale diffondere una cultura cinofila più consapevole. Oggi, con la crescente presenza di cani nelle famiglie italiane, è essenziale educare i proprietari a comprenderne le reali esigenze. L’ACS si impegna in questa missione, operando a livello locale e nazionale attraverso collaborazioni con scuole, parchi, veterinari e negozi di animali. Io dico sempre: se ami il tuo cane, devi farlo vivere da cane, non trattarlo come un essere umano”.
L’ACS ha sede in un bene confiscato alla mafia. Com’è nata questa opportunità?
“Abbiamo partecipato cinque anni fa a un bando del Comune di Palermo per l’assegnazione di beni confiscati alla mafia. Abbiamo investito tanto per realizzare uno dei pochi campi cinofili attrezzati a sud di Firenze: 1200 metri quadrati coperti in erba sintetica, illuminazione notturna per addestramenti serali e tre piscine per le attività acquatiche. Per il salvataggio in mare, invece, ci alleniamo presso la spiaggia di Mondello a Palermo e alla Playa di Catania. Anche in Calabria e nel Lazio abbiamo sedi operative per queste attività“.
Chi può entrare a far parte di questo mondo?
“Chiunque voglia cimentarsi nel soccorso cinofilo può contattarci telefonicamente e fissare un appuntamento. Si inizia con la fase di educazione, propedeutica a qualsiasi attività successiva. Poi si può accedere ai corsi di salvataggio e soccorso con i nostri addestratori certificati. È un’esperienza straordinaria, che rafforza il legame tra cane e uomo e permette di fare la differenza nella sicurezza in mare”.