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Quarantuno anni fa la mafia uccise Terranova e Lenin Mancuso

venerdì 25 Settembre 2020

Quarantuno anni fa l’uccisione del giudice Cesare Terranova e del maresciallo preposto alla sua scorta oltre che suo stretto collaboratore, Lenin Mancuso. Il 25 settembre del 1979, il magistrato ed il poliziotto furono uccisi da un commando armato che li sorprese in via Edmondo De Amicis  mentre viaggiavano a bordo di una Fiat 131.

Alle 8.30 del mattino, il 25 settembre 1979, Cesare Terranova, magistrato palermitano, viene ucciso alla guida della sua Fiat 131, a pochi passi dalla sua abitazione, in un agguato di mafia dove trova la morte anche il maresciallo Lenin Mancuso, addetto alla sicurezza e suo storico collaboratore.

 

Le parole di Carmine Mancuso

Alla fine della seconda guerra mondiale i governanti degli Stati Uniti ritennero essenziale la posizione strategica dell’Italia. Da allora intelligence americana e italiana in buona parte deviata e con la complicità di potenti uomini dello stato, hanno ricorrendo alla violenza più sanguinaria,dato vita ad una sequela di stragi e delitti di uomini democratici e coraggiosi cercando con la loro eliminazione di manipolare la vita politica e sociale della nostra repubblica. Servendosi di una mafia sempre ,grazie ad una diffusa impunità, di una mafia sempre più spregiudicata e violenta. Seguendo tale strategia l’anno orribile è il 1979 cade il capo della mobile Boris Giuliano a seguire il 25 settembre Cesare Terranova e Lenin Mancuso a seguire e in precedenza di qualche mese giornali come francese e poi di seguito Costa, Chinnici, La Torre, Dalla Chiesa, e sangue ancora sangue.E’ la sistematica eliminazione di pochi uomini che benché consci della minaccia che pendeva su di loro con orgoglio e coraggio hanno continuato fino all’ultimo il loro rischioso impegno. L’eliminazione di Cesare Terranova e Lenin Mancuso mentre Michele Sindona fuggito dagli Stati Uniti rifugiatosi a Palermo detto il banchiere di Dio uomo di papi e politici alto esponente della massoneria.

Terranova con Mancuso si accingevano ad aprire il filone patrimoniale della mafia le organiche connessioni col mondo politico e la direzione delle indagini verso i centri di comando italiani ed esteri. Fu il vero movente del loro eccidio cosi come dei pochi altri eroi citati. Eliminati costoro il messaggio nei vari campi giornalismo magistratura apparati investigativi fu palese opacizzare ogni cosa. Ma dal sacrificio di eroi come Teresina e Mancuso viene fuori una lezione di civile coraggio, di forza e di speranza per tutti noi.

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