“Non ti vogliamo sui nostri bus”, firmato Amat Palermo. Questo il messaggio affisso da questa mattina all’interno dei bus 101 e 102 del capoluogo siciliano, rivolto a Salvatore Romeo, il borseggiatore di 23 anni arrestato dalla Polizia lo scorso 29 agosto che, dopo la scarcerazione, si era vantato su Facebook così:
“Mi dispiace per voi ma alla vostra facciazza e la vostra invidia non mi arrestano mai. Come vedete sono già fuori, comunque se avete qualcosa da dirmi sapete dovete dove trovarmi”. Aveva anche insultato chi aveva osato criticare la sua sfacciataggine. “Non parlate dietro uno schermo o su Facebook, venite ad affrontarmi che è meglio. Se venite di presenza io sono sempre alla stazione dove c’è il vecchio giornalaio, vi aspetto”.
Gli adesivi si trovano sui 30 autobus, che abitualmente sono programmati per le linee 101 e 102 che attraversano il centro cittadino. “Abbiamo voluto lanciare un messaggio diretto ed efficace – afferma Antonio Gristina, presidente dell’azienda di via Roccazzo – rivolto a mettere in guardia i passeggeri, ma anche ad affermare la nostra vicinanza e gratitudine alle Forze dell’ordine. La tutela dei passeggeri e del nostro personale – continua Gristina – è una priorità dell’azienda e anche per questo motivo, da oltre un anno, a bordo di molte vetture sono presenti i vigilantes. Non voltiamo la faccia dall’altro lato. Spero che questo nostro primo passo possa condurre verso una più proficua collaborazione anche con i cittadini, che invitiamo a denunciare senza remore gli episodi di borseggio”.
Apprezzamento viene espresso dal sindaco Leoluca Orlando che afferma come “questa iniziativa si inserisce ed è in sintonia con quelle realizzate negli anni in città da tanti cittadini singoli e organizzati contro ogni forma di grande e piccola criminalità, dal pizzo ai posteggiatori abusivi”.
Il sindacato di Polizia aveva commentato così la liberazione di Romeo: “Abbiamo delle leggi che fanno sì che i malviventi possano continuare ad operare quasi indisturbati. E purtroppo sono pure abbastanza coscienti delle impunità pressoché totale di cui godono…”