Presentato a Messina il progetto Capacity con il quale la Giunta Accorinti punta al risanamento della zona Sud di Messina ed in particolare a riqualificare l’area di Fondo Saccà.
L’iniziativa destina circa 15 milioni e mezzo di euro ad un piano per le periferie.
La questione riguarda l’emergenza abitativa e la necessità ineludibile di risolvere un atavico problema della Città Metropolitana: abbattere cioè tutte le baracche, ancora attualmente esistenti, e costruire dignitose abitazioni ai cittadini della zona.
E l’interrogativo che si pone la gente è se si tratta di uno spot elettorale ad un anno dal ritorno alle urne o se invece potrà realmente essere la volta buona per porre rimedio alla vergogna in cui sono stati confinati per un tempo interminabile cittadini mortificati dal dover vivere nel terzo millennio in una baracca.
Il progetto Capacity è vincitore del bando per la riqualificazione delle periferie pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: l’idea è stata presentata dalla giunta Accorinti e l’elaborato e’ stato quindi disegnato in collaborazione con la Fondazione di Comunità di Messina.
Sebbene l’obiettivo primario sia il risanamento di Fondo Saccà, questo progetto concerne anche l’area di Fondo Fucile, la vecchia stazione di Camaro Superiore nella quale è prevista la realizzazione di un centro di aggregazione e Forte Petrazza, dove si punta a realizzare un centro astronomico.
“Ci auguriamo di concludere tutti i lavori a dicembre 2017 – ha evidenziato Sebastiano Pino, assessore alle Politiche della Casa – e che il 2018 possa iniziare con l’assegnazione delle abitazioni. La disponibilità economica c’è, ora tutti dobbiamo impegnarci nel rispettare le tempistiche dettate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri“.
E nell’occasione sono state rese altresì rese note le graduatorie pubbliche rivolte all’assegnazione delle case popolari.
La procedura adottata – in opposizione alla quale si concede un periodo di 30 giorni per presentare qualsiasi tipo di ricorso per la graduatoria – concede la possibilità ai cittadini, seguendo la graduatoria di assegnazione, di scegliere il proprio alloggio tramite tre opportunita’: appartamenti acquistati dal Comune e messi a disposizione pagando un canone mensile; contribuire alla costruzione di 12 alloggi, dopo aver partecipato a un periodo di formazione; acquistare uno degli appartamenti con il contributo del Comune, fino a un massimo del 75% della spesa totale e un tetto di 80mila euro.
Nei primi due casi l’alloggio resterà di proprietà del Comune di Messina, nell’ultimo caso l’appartamento diventerà di proprietà del cittadino. Interesse del progetto è, inoltre, quello di fornire supporto alla pianificazione di un mutuo per i soggetti interessati attraverso l’affiancamento di partner finanziari. Il Comune, per garantire una efficace comprensione del bando, costituirà anche un ente pubblico dedicato utile a fornire informazioni e chiarimenti ai cittadini.
Arriva cosi ad un bivio il futuro di quartieri degradati risalenti al terremoto di Messina del 1908 (Fondo Fucile e Fondo Saccà). “La riqualificazione va attuata nel rispetto del più importante tra tutti i temi: la condivisione e la partecipazione sociale“. E’ questa la filosofia alla base del progetto intrapreso dal sindaco di Messina, Accorinti che nei mesi scorsi (a marzo) aveva firmato il contratto di riqualificazione delle aree con il premier Gentiloni a Palazzo Chigi.
“La storia delle baracche di questi due quartieri è ormai leggenda, sono strutture che si sono trasmesse di generazione in generazione e che sono state addirittura oggetto di vendita a causa del malaffare. Nelle zone dove queste strutture verranno demolite noi non andremo a costruire nuovi palazzi”, ha sottolineato Accorinti. “Come Amministrazione applichiamo da anni la direttrice del “consumo zero”; per questo a quanti vivono ancora in quelle baracche daremo una casa vera utilizzando il patrimonio immobiliare pubblico. Lì, invece, saranno realizzati luoghi di socializzazione e di aggregazione”, ha aggiunto il primo cittadino di Messina.
Il valore complessivo del progetto dal titolo “CapaCity” è di 86 milioni di euro e ha previsto pure la creazione di verde, aree di socializzazione, impianti sportivi, recupero di una ferrovia dismessa e la creazione di una pista ciclabile.
I fondi per attuare il piano ci sono. Adesso, come detto, l’attesa e’ per la fase operativa, con la speranza che quanto prospettato nelle scorse ore possa realmente concretizzarsi e con l’aspettativa che i tempi possano essere quanto più brevi possibili, oltre le solite lungaggini italiane e oltre le maglie troppo stringenti della burocrazia.