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Ragusa, volontari dei Vigili del Fuoco appiccavano roghi per soldi

lunedì 7 Agosto 2017

Un gruppo criminale composto da 15 volontari dei vigili del fuoco, del distaccamento di Santa Croce Camerina, appiccava incendi e simulava richieste di soccorso al fine di percepire ingiuste somme di denaro dallo Stato. Gli stessi percepivano 10 euro circa per ogni ora di volontariato in caso di emergenze.

I poliziotti della Squadra Mobile ragusana hanno arrestato il capo del gruppo, D.D.V. che, durante il turno come volontario, si assentava, con la complicita’ dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi per poi uscire con l’autobotte a spegnere le fiamme e percepire cosi’ le indennita’.

Tutti i 15 volontari, provenienti dalla provincia di Ragusa, sono indagati per truffa ai danni dello Stato italiano ed una parte di essi per incendio.

Le indagini hanno avuto avvio grazie alla segnalazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ragusa, che aveva notato delle anomalie sul numero di interventi effettuati da una squadra rispetto alle altre.

Loro sanno tutto, sanno che abbiamo dato fuoco“. Era questo il commento dei 15 volontari dei Vigili del Fuoco che, condotti negli uffici della squadra mobile della Questura di Ragusa, venivano intercettati in alcuni colloqui tra loro ammettendo le circostanze di cui erano accusati e scambiandosi reciproche accuse per fatti risalenti al 2013-2015.

Le indagini della polizia erano mirate a chiarire il motivo di eventuali richieste simulate. Nel distaccamento dei Vigili del fuoco di Santa Croce Camerina (Ragusa) prestavano servizio, suddivisi in 4 turni, decine di volontari e tra gli altri i 15 indagati tutti nella stessa squadra.

Anche se volontari, gli uomini del distaccamento percepiscono delle indennità ma solo quando effettuano gli interventi; diversamente, se restano presso la caserma, non hanno diritto ad alcun rimborso. La prima anomalia riscontrata che ha permesso l’avvio delle indagini era da individuare sul numero degli interventi effettuati dal turno “D”.

Rispetto agli altri volontari, gli indagati operavano per 3 volte in più. A dispetto di 40 interventi di una squadra, loro ne effettuavano 120, creando malumore per alcuni e volontà di aggregarsi in altri, così da ottenere più denaro. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile, con l’aiuto dei Vigili del Fuoco, hanno permesso di appurare quale fosse il modus operandi del gruppo criminale. I componenti del turno “D” agivano mettendo in pratica tre modalità: la prima era quella di simulare degli interventi mediante segnalazioni inesistenti alla centrale operativa del 115.

La seconda chiedere “aiuto” a parenti ed amici, ottenendo così segnalazioni da parte loro del tutto inesistenti, così da percepire le indennità previste per gli interventi. La terza e più grave tipologia di truffa ai danni dello Stato era quella di appiccare incendi a cassonetti e terreni.

Alla fine quasi tutti i 15 volontari dei vigili del fuoco hanno ammesso le proprie responsabilità durante gli interrogatori, delineando, in modo ancora più chiaro, quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile. La Procura aveva chiesto provvedimenti cautelari, ma il Gip ha ritenuto passato troppo tempo (2013-2015) dai fatti contestati. Il capo gruppo è stato sottoposto agli arresti domiciliari perché “ha continuato a reiterare il reato”. Addirittura, sostiene la polizia di Stato “in una occasione, ha asserito di voler ‘fare scoppiare una bomba’ pur di prendere le indennità spettanti”. Gli indagati sono stati allontanati dal distaccamento e sono tutti residenti in provincia di Ragusa, parte a Vittoria, Santa Croce, Ragusa e Modica. Quasi tutti svolgono un’attività lavorativa anche se spesso non assunti regolarmente. Il capo gruppo è stato arrestato durante l’attività lavorativa come addetto all’assistenza tecnica di impianti refrigeranti.

L’arrestato, su mandato della Procura della Repubblica di Ragusa, è Davide Di Vita, vittoriese di 42 anni, ritenuto a capo del gruppo di 15 volontari dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Santa Croce Camerina che, al fine di percepire indebite somme di denaro, appiccava incendi e simulava richieste di intervento

 

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