Il Sistema sanitario siciliano attraversa un periodo in cui la domanda di cure cresce, l’organizzazione fatica a reggere i picchi e ogni ritardo si trasforma in un tema politico, perché la distanza tra bisogno e risposta non resta confinata nei reparti ma arriva nelle piazze, nei municipi, nelle commissioni, e finisce per misurare la credibilità di chi governa. Le criticità si sommano e si rincorrono, dalle liste d’attesa che i cittadini percepiscono come urgenza quotidiana, alla necessità di far camminare insieme servizi e investimenti, fino ai nodi che emergono quando la programmazione non corre quanto le scadenze, con il PNRR che impone tempi stretti e decisioni continue. Sullo sfondo, lo stesso Paese affronta una pressione ampia sulle professioni sanitarie, con un dibattito che non riguarda una sola regione, ma investe il livello nazionale e, come ricordano diversi attori istituzionali, anche quello europeo, dove si discute di tenuta dei sistemi e di capacità di attrarre e trattenere personale.
In questo contesto Ruggero Razza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Sanità al Parlamento europeo, lega la lettura delle difficoltà siciliane al quadro più largo delle professioni sanitarie in Europa e chiede un passo più rapido a chi oggi guida la sanità regionale, insistendo su risultati misurabili e sul rispetto delle scadenze, perché la politica, quando parla di salute, deve trasformare le risorse in prestazioni e i programmi in cantieri che arrivano a conclusione.
“In Sicilia ci sono delle criticità come è normale che sia in un momento di grande pressione, ma c’è anche un Sistema sanitario che sa fare il proprio dovere e che raggiunge delle punte di eccellenza. Chi oggi ha la responsabilità di gestione e di indirizzo politico sa meglio di me che è necessario schiacciare un po’ il piede sull’acceleratore”, evidenzia Razza.
“Penso a un tema molto caro al presidente della Regione e all’assessore regionale alla Salute, come lo smaltimento delle liste d’attesa – prosegue –. C’è un decreto che ha impegnato circa 30 milioni di euro di risorse nazionali, ripartite tra le Aziende. Secondo me, è fondamentale, visto che sono risorse da spendere entro il 31 dicembre e che incidono sugli obiettivi di tutti i direttori generali, sapere qual è stata la performance e se tutti sono riusciti a fare il loro, perché i cittadini lo avvertono come obiettivo prioritario”.
L’eurodeputato sposta poi l’attenzione sul capitolo dei grandi investimenti nella Regione, ricordando che: “Nella provincia di Palermo furono indirizzati verso l’Azienda sanitaria provinciale alcuni investimenti strategici, così come è accaduto a Trapani, Agrigento, Ragusa, Catania e Messina, e temo che su alcune cose, forse perché le scadenze del PNRR hanno preso il sopravvento, qualcosa sia un po’ in ritardo. Fare procedere di pari passo i servizi ai cittadini e la celerità degli investimenti penso sia una risposta concreta e possibile“.
“Secondo me questa fase che è positiva perché il governo Meloni sta raggiungendo il picco storico di investimento sulla sanità pubblica merita un lavoro di maggiore programmazione, una vera pianificazione strategica che consenta di raggiungere in tempi rapidi obiettivi importanti“, conclude.




