E’ stato approvato, dal Consiglio dei ministri, il Recovery Plan e per i porti d’Italia arriva un’ulteriore integrazione pari a 3,32 miliardi.
I fondi stanziati saranno suddivisi cosi:
2,10 miliardi per “Porti e intermodalità collegati alle grandi linee di comunicazione europea e nazionali e per lo sviluppo dei porti del sud”;
1,22 miliardi per Green ports e cold ironing;
360 milioni invece per Digitalizzazione aeroporti e sistemi logistici.
IN SICILIA
Sul Progetto integrato Porti d’Italia, nella sezione piano Italia Veloce, si ritrovano nella pianificazione strategica i seguenti interventi: Porti del sud e ruolo nei traffici intra mediterranei, ZES;
Resilienza Infrastrutture a cambiamenti climatici nei porti di Palermo e Catania;
Aumento della capacità portuale a Trapani;
Efficientamento energetico e ambientale nei porti dello Stretto di Messina.
I FINANZIAMENTI
I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. A tali criteri è stata orientata anche l’individuazione e la definizione sia dei “progetti in essere” che dei “nuovi progetti”. Per ogni missione sono indicate, inoltre, le riforme necessarie a realizzarla nel modo più efficace.
Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025.
I prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l’obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale.
Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi progetti” (e quindi dello stimolo macroeconomico rispetto allo scenario di base) sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.