“La Regione non ha saputo nemmeno raggiungere gli obiettivi minimi che si era prefissata”. Queste le parole del consigliere dell Corte dei conti Luciano Abbonato nella lettura della sintesi alla relazione sul rendiconto generale della Regione emessa questa mattina nella sede dell’Istituto di storia Patria a Palermo in piazza San Domenico.
La Regione siciliana dovrà trovare, e appostare nell’esercizio finanziario per il 2019, le coperture, pari a 1,103 miliardi di euro, del disavanzo. È quanto si legge nella relazione delle sezioni riunite della Corte dei conti, riunita a Palermo in adunanza pubblica, alla presenza del governo Musumeci, per la parifica del rendiconto del 2018. Un altro miliardo dovrà invece, essere coperto negli esercizi considerati nel bilancio di previsione e in ogni caso non oltre la durata della legislatura regionale.
Poi il consigliere aggiunge: “Il risultato d’amministrazione di dubbia attendibilità rappresenta ancora notevoli profili di opacità”.
Le Sezioni riunite confermano che nel 2018 si è registrato un maggiore disavanzo di oltre un miliardo. Questo disequilibrio fra le spese e le entrate andrà spalmato nel 2019, nel 2020 e nel 2021 a quote quindi di oltre 300 milioni all’anno.
“L’esame comparato dei principali saldi risultanti dai documenti costituenti il ciclo del bilancio 2018 della Regione siciliana, dimostra l’inefficacia delle politiche pubbliche rispetto ai vincoli di riduzione del deficit di bilancio e del disavanzo di amministrazione intrinseci al quadro normativo e ribaditi più volte“. Scrivono i giudici delle sezioni riunite della Corte dei conti. Per i giudici dal “raffronto tra i dati degli equilibri di bilancio nelle varie fasi del ciclo 2018, risulta chiara l’inconsistenza della manovra finanziaria: l’equilibrio di parte corrente e l’equilibrio finale 2018 registrano valori a consuntivo, rispettivamente -651,9 milioni di euro e -667,0 milioni di euro, notevolmente superiori ai dati di tendenziale del Defr 2018-2020 i cui saldi risultavano comunque viziati dalla sottostima degli stanziamenti a copertura del disavanzo e di quelli per accantonamento ai fondi”. “In altre parole – scrivono i giudici – la Regione non è stata in grado di raggiungere nemmeno gli obiettivi ‘minimi’ che essa stessa si era data con la legge di stabilità“. Inoltre, “né il Defr 2018-2020, né il bilancio di previsione – pur essendo stati approvati ad esercizio ampiamente in corso – né l’assestamento, sono informati al rispetto del principio di continuità degli esercizi finanziari, per non parlare degli esiti dei giudizi di parifica, al punto che, in talune fasi, l’attività della Regione sembra abbia avuto, piuttosto, finalità elusive“.