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“Regressione Suicida”, l’ultimo libro di Salvatore Massimo Fazio, il dissacrante erede di Manlio Sgalambro

venerdì 9 Giugno 2017

Se il nichilismo è tornato di moda, certamente una nota di merito va al siciliano Salvatore Massimo Fazio, già noto al pubblico per quell’atteggiamento dissacratorio che lo ha reso paradossalmente simpatico anche agli addetti ai lavori.

Fondatore, assieme a Davide Bianchetti, della corrente del Nichilismo Cognitivo, locuzione coniata, dal giornalista Luigi Pulvirenti, Fazio si ripresenta a distanza di 6 anni dall’uscita del precedente “Insonnie”, un libro che in 90 pagine raccontò per capitoli brevi tutta la forza esplosiva di questo (ex) giovane pensatore, che ha sempre rifiutato l’appellativo di filosofo e che non le ha mandate mai a dire e all’università e all’idea di Dio, e all’immigrazione e al settore sociale dove le raccomandazioni di non professionisti “è il cancro più grave per far fallire i servizi che gente onesta vuol portare avanti”, si presenta con l’ultima opera edita da Bonfirraro dal titolo Regressione Suicida, dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro.

Dove la regressione è un invito a non mollare e ripartire e non “una strumentalizzazione come in molti hanno volutamente fatto per screditare un lavoro creandomi notevoli disagi, è una REGRESSIONE, non un invito al suicido, comprino e laggano, perché se l’intenzione è quella di aver il libro gratis, proprio con me si sbaglia, io ci campo di libri. Con Regressione Suicida, si intende il ritorno allo stato prenatale per rinascere, da suicidato in un mondo inutile e resistere, ripercorrere la vita godendo della madre giovane e non malata, non dipendere più dalle cavolate che ci insegnavano a scuola o nelle università e senza arroganza esser se stessi., in sintesi, non ergersi a paladino della classica <<rifarei tutto ciò che ho fatto>>, perché se lo rifarebebro allora non disturbino con lamentele costanti, ne viene che la nostra vita bisogna non ucciderla, ma suicidarla con doveroso rispetto, cosi come io suicido la dipendenza dei maestri miei, tutto qui…”

Dichiaratamente antipolitico, il discepolo di Manlio Sgalambro, così come lo definì la stampa nel 2009 “continuatore di quel tuttismo di cui Sgalambro è capostipite”, Salvatore Massimo Fazio con questa nuova opera, dal titolo sospettoso, si libera e purifica dalle dipendenze intellettuali di Emil Cioran e dello stesso Sgalambro, con il quale l’amicizia fu stretta e forte, sino all’intrusione di una isterica che “ci fece raffreddare i rapporti definitivamente, ma quelli intellettuali. Quanto a cene e passeggiate, quelle continuavano”. “Anche Sgalambro era condizionabile – ci racconta – e me ne fotto se la dipendenza di alcuni, come quella che ebbi io, ancora obnubila. Il libro è un omaggio a questi due grandi maestri che ho avuto donde li faccio comunicare tra loro e poi nel terzo capitolo intervengo per proseguire quel nichilismo cognitivo di cui Pulvirenti mi ha addossato una responsabilità non indifferente”. Il libro porta, per volontà dell’autore i contributi in copertina di Davide Bianchetti e di Angelo Scandurra, poeta amico di Fazio che fu il tramite che fece conoscere Battiato con Sgalambro, e dell’intellettuale catanese Enzo Cannizzo.

Dopo il trionfo al Salone Internazionale del Libro, dentro e OFF, DOMENICA 11 giugno alle 17, presso la locazione ALL’OMBRA DEL FICUS, per “Una marina di libri”, Salvatore Massimo Fazio dialogherà con il giornalista Fabio Bagnasco, sempre con quei colpi di teatro, classici del suo scrivere e relazionare che fanno molto divertire il pubblico, spingendolo con lentezza ad una riflessione acuta sul concetto di vivere.

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