Fare il punto sulla situazione in Sicilia, guardando al futuro attraverso una stretta collaborazione fra gli assessorati regionali alla Salute e alla Famiglia. È stata presentato questa mattina a Palermo il quarto report sul fenomeno migratorio. Un monitoraggio basato sulla legge regionale del 2021 e che traccia una linea sui flussi di uno dei principali punti di ingresso in Europa per gli stranieri provenienti dal Nord Africa e non solo.
Momento di confronto promosso dal presidente della Regione Renato Schifani, assente oggi all’evento per motivi istituzionali, e che ha visto la partecipazione, fra gli altri, dell’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni, del dirigente generale per la Pianificazione Sanitaria Salvatore Iacolino e della dirigente del Dipartimento dell’assessorato alla Famiglia Michela Bongiorno. Un’occasione utile non solo per fare il punto su quanto è successo in questo 2025, ma anche per presentare le iniziative per il prossimo anno. Fra queste il programma Fse+ Sicilia 2021-27 relativo ai progetti di inclusione per i migranti nelle 11 aree interne della Sicilia. Infine, nel primo pomeriggio è in programma una sessione di scambio strutturata su quattro laboratori tematici ed aperta ai vari stakeholders presenti.
Faraoni: “Modello di accoglienza elemento di grande importanza”
Ad aprire i lavori è stato l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni. L’esponente tecnico della Giunta di Renato Schifani ha sottolineato l’esigenza di una programmazione relativa alla regolazione dei flussi migratori. “L’accoglienza non può passare dall’improvvisazione. Deve essere calcolata sulle componenti dei flussi migratori. Dobbiamo proporre un modello allestito su principi di progresso, di rispetto del prossimo e sull’inserimento dei migranti nel tessuto sociale. È un elemento di grande importanza. La sovranità di un popolo si valuta anche sulla sua capacità di poter garantire condizioni di vita sociale e sanitaria adeguate ai bisogni dei suoi cittadini e dei migranti accolti“.
“Porto con me l’esperienza di Lampedusa – ha aggiunto l’assessore -. Abbiamo creato un modello di accoglienza sanitaria adeguato all’ascolto di persone. Non si tratta solo di dare qualcosa, ma introdurre a qualcosa. E questo ci è valso un riconoscimento dell’Oms perché siamo stati capaci di adeguarci alle differenze dei vari popoli, rimuovendo tutti gli ostacoli“.
Iacolino: “Case di comunità chiave per livelli socio-assistenziali”
Parla di “tema delicato” il dirigente generale del Dipartimento Pianificazione Strategica Salvatore Iacolino. L’esponente dell’assessorato regionale auspica una collaborazione con i colleghi dell’assessorato alla Famiglia, le cui deleghe sono al momento nelle mani del governatore Renato Schifani. Ciò in attesa che le stesse vengano riassegnate dopo che il presidente della Regione le ha avocate a sè dall’ex assessore Nuccia Albano.
“C’è un percorso che ha assistito queste attività, svolte congiuntamente fra i due assessorati secondo un modello di integrazione socio-assistenziale che vedrà nelle case di comunità, che verranno attivate entro la prima metà del 2026, il giusto approccio per l’integrazione che parte da una formazione più consolidata rispetto al tema, da un’offerta formativa certamente migliore ma anche da un’integrazione che metta al centro la persona. Con i fondi Pnes mettiamo il genere femminile al centro delle cure con screening ed attività consultoriali che riguarderanno il cittadino e quei migranti che arrivano in Italia, spesso, attraverso la Sicilia. Una terra di accoglienza e di integrazione“.
“Il fenomeno migratorio si è consolidato – prosegue Iacolino -. È legato a fughe dai territori di guerra nei quali ci sono povertà e miseria. Ci sono migranti economici e quelli che scappano dai conflitti. Per quest’ultimi vige il diritto d’asilo, riconosciuto a livello internazionale. Come Regione Siciliana stiamo provando a regolare un sistema creando le condizioni affinché gli assessorati alla Salute e alla Famiglia possano muoversi in sintonia, rendendo effettivo il diritto alle cure anche per i migranti“.
Bongiorno: “Welfare deve vedere sociale e salute assieme”
A rappresentare l’assessorato alla Famiglia c’era la dirigente Michela Bongiorno. Esponente tecnico che, muovendosi sul solco delle parole del collega Salvatore Iacolino, chiede un potenziamento del concetto di rete inter-assessoriale.
“Tra tutti coloro che costituiscono la nostra rete quest’anno c’è un elemento in più, ovvero l’assessorato regionale alla Salute. In Sicilia il welfare non è sociale e salute insieme, ma sono due assessorati separati: con l’assessore Faraoni inizieremo a dialogare e camminare insieme per realizzare il sogno di tutti, chiamato socioassistenziale e sociosanitario. Questo è un momento importantissimo: verranno realizzati quattro laboratori con i temi che la nostra rete ha chiesto di trattare. Al termine della Conferenza proveremo a mettere in campo tutto quello che il territorio ci chiede di realizzare nel prossimo anno“.




