“È inaccettabile che il futuro economico, lavorativo e reputazionale di cittadini e imprese venga condizionato da banche dati private, spesso senza alcuna reale garanzia di trasparenza, correttezza e conformità alla normativa sulla privacy.”
Lo dichiarano Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord, e Francesco Gallo, deputato del gruppo parlamentare, a seguito della presentazione di un ordine del giorno alla Camera dei Deputati.
Il documento impegna il Governo a intervenire urgentemente per regolamentare l’uso delle banche dati private utilizzate per valutazioni reputazionali e creditizie, come avviene oggi da parte di istituti bancari, assicurazioni e grandi aziende.
“Sempre più spesso, queste informazioni derivano da piattaforme private come World-Check, che raccolgono e vendono dossier su persone fisiche e giuridiche – anche italiane – senza il consenso degli interessati e senza l’obbligo di usare fonti pubbliche certificate”, proseguono Castelli e Gallo.
“Ci troviamo di fronte a una vera e propria forma di schedatura non controllata, che può influenzare pesantemente l’accesso al credito, la firma di contratti e la reputazione commerciale, anche in presenza di notizie datate, imprecise o non aggiornate”.
Con l’ordine del giorno, Sud chiama Nord chiede che il Governo valuti “l’introduzione di norme che regolino la “web reputation”, e in particolare introducano limiti all’uso di banche dati private volte ad ottenere informazioni reputazionali, che devono essere conformi alla normativa vigente in materia di trattamento dei dati personali diano prova del costante e continuo aggiornamento anche nel rispetto della normativa in ordine al diritto all’oblio esercitato”.