Reset, società partecipata del comune di Palermo, rischia grosso, sembrerebbe infatti che l’Amministrazione comunale non abbia ancora modificato lo statuto così come aveva già richiesto l’Anac, un passaggio propedeutico per permettere l’iscrizione della Reset nel registro delle società che svolgono servizi in house.
“Non c’è proprio niente da fare, Orlando è il prototipo di Giano bifronte: da un lato è velocissimo a vessare i palermitani con tutte le tasse possibili ed immaginabili (ultima in ordine di tempo la Ztl notturna), dall’altro mette in serio pericolo il lavoro di oltre 1500 palermitani e la vita delle rispettive famiglie”.
Lo afferma Sabrina Figuccia, consigliere comunale di Palermo dell’Udc, che prosegue: “E’ davvero sconcertante il pressappochismo e l’incompetenza dimostrati da sindaco ed assessori nella vicenda della Reset, che rischia di andare a gambe all’aria perché l’Amministrazione comunale non è ancora riuscita a modificare lo statuto così come richiesto dall’Anac, un passaggio fondamentale per permettere l’iscrizione della Reset nel registro delle società che svolgono servizi in house“.
“Senza questo fondamentale passaggio, la Reset non può quindi stipulare alcun contratto né con il Comune né tantomeno con le altre aziende comunali, con l’unica prospettiva del fallimento. Davvero un bel risultato per chi, come il sindaco, è così lesto nel mettere le mani nelle tasche dei palermitani e così distratto quando si tratta di garantire migliaia di famiglie e di garantire servizi fondamentali per la città”, conclude la Figuccia.
“Il pericolo che la Reset debba fermarsi e non possa più ricevere commesse dal comune di Palermo, così come dalle altre società partecipate, perché non è stato modificato lo statuto secondo le indicazioni dell’Anac è gravissimo, oltre che incomprensibile. Chiediamo che l’Amministrazione riferisca subito al Consiglio comunale sulla situazione, concordando con l’Aula un percorso che in tempi rapidissimi consenta di arrivare a una soluzione. Il blocco delle attività Reset costituirebbe un danno per i palermitani e per i lavoratori, che non meritano questa ennesima beffa“. Lo dicono il gapogruppo ed i consiglieri comunali di Italia Viva, Sandro Terrani, Gianluca Inzerillo, Dario Chinnici, Francesco Bertolino, Carlo Di Pisa, Ottavio Zacco, Giusy Russa e Katia Meli.
“É veramente assurdo come si sia arrivati a questo punto. Pretendiamo di sapere se l’inadempienza che ci ha portati al punto di mettere a rischio un’azienda di 1500 dipendenti che eroga servizi importanti per la città di Palermo, è in capo agli uffici competenti o alla parte politica dell’amministrazione o vi è una corresponsabilità“, a dirlo sono in una nota i consiglieri dei gruppo Movimento 139 e Palermo 2022.
“Ultimamente, l’approssimazione, anche per questioni di una certa delicatezza, sembra essere diventata una prassi. Ancora una volta il Consiglio Comunale, per rimediare al tempo trascorso infruttuosamente, e mettere al sicuro l’azienda e i servizi che la stessa eroga, come é accaduto in passato in casi altrettanto delicati, non appena riceverà l’atto non si risparmierà per approvarlo, ma dovrà fare tutto in gran fretta e in emergenza“, aggiungono.
“Non è più accettabile questo modus operandi: ci rivolgiamo pertanto al Sindaco, al suo Vice e a tutti i componenti della Giunta chiedendo loro di vigilare sull’operato degli uffici poiché una città come la nostra non può incorrere in tanta superficialità“, a dirlo sono in una nota i Consiglieri dei gruppo Movimento 139 e Palermo 2022.