La responsabilità medica in Italia è diventata una trincea per chi ogni giorno affronta la sfida di salvare vite.
“Quando si considera che solo l’Italia, insieme al Messico e alla Polonia, applica ancora il principio della “colpa grave” in ambito medico, è evidente che c’è una necessità urgente di riformare questa situazione. Sollecitiamo un cambiamento, o quantomeno una revisione, che permetta di trovare soluzioni, anche attraverso possibili modifiche del codice penale, per evitare che il medico debba passare necessariamente attraverso il processo penale in ogni caso – prosegue -. Vorrei precisare che, come previsto dalla Commissione, il giudizio penale è ancora necessario nei casi di colpa grave, ma in tutte le altre situazioni, dove il cittadino chiede una compensazione, il percorso civile dovrebbe essere sufficiente. È assurdo che ogni volta il medico debba affrontare il rischio di un processo penale”.
“In realtà, la Commissione ha fornito tutti i dati richiesti dal governo e dal Parlamento, ma al momento non ci sono stati sviluppi concreti. Una piccola vittoria, comunque, è stata il rinnovo del cosiddetto scudo penale. Durante la pandemia e il periodo post-Covid, il governo ha introdotto un provvedimento che, in alcune circostanze, esonera i medici dall’affrontare un processo penale. Questo scudo è stato prorogato per altri due anni, ma purtroppo è davvero troppo poco rispetto a quello che ci aspettavamo – conclude -. Quello che chiediamo è una soluzione definitiva che permetta ai medici di lavorare serenamente, offrendo la propria prestazione professionale al cittadino senza la costante paura di dover difendersi in tribunale”.