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Il Ponte dell’Ammiraglio, visibile dal corso dei Mille, è stato restituito alla Città di Palermo, dopo gli interventi di restauro durati pochi mesi. Il monumento rappresenta una importante testimonianza, inserita nell’itinerario Unesco arabo-normanno, infatti dal 2015 è Patrimonio dell’umanità.
Lavori che il capoluogo siciliano attendeva da anni e che sono stati eseguiti in tempi rapidi grazie alla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo.
Ad illustrare la riapertura del ponte alla pubblica fruizione dopo gli interventi, l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, la Soprintendente dei Beni Culturali, Selima Giuliano, e i tecnici che hanno seguito la realizzazione delle opere.
“Abbiamo restituito sicurezza e decoro a un monumento che un tempo dava accesso alla Città di Palermo e ancora oggi rappresenta un luogo simbolico molto importante. Il Ponte Ammiraglio è, infatti, – sottolinea l’assessore Samonà – non solo un monumento di grande pregio estetico ma, costituisce una delle più importanti opere di architettura civile della Città, riconosciuta dall’Unesco come bene di interesse storico-culturale. La cura e la manutenzione del patrimonio culturale della Sicilia è tra le prime attività da svolgere, per rendere la nostra Isola accogliente, attrattiva e per mantenere la memoria della nostra storia”.
“Il restauro è iniziato come consolidamento per motivi di sicurezza, ed è stato realizzato nei tempi previsti. Ci ha dato la possibilità di scoprire la struttura ingegneristica di questo ponte , che come sappiamo è un bene Unesco. Questo può servire da traino per una riqualifica di tutta questa zona della Città, che riveste un’importanza storica”, ha detto la Soprintendente Selima Giuliano, che ha diretto i lavori di restauro del ponte Ammiraglio.
I lavori sono stati realizzati da due imprese siciliane, l’Ati Comes Giovanna di Catania e la Renova Restauri srl di Ragusa, per un importo netto di poco meno di 68mila euro, erano stati affidati nella scorsa primavera. Si tratta di opere finalizzate alla conservazione del bene e alla pubblica incolumità, con interventi sia alle parti della struttura muraria in conci di calcarenite, che al ripristino della pavimentazione realizzata in ciottoli di fiume.
Reinstallate anche le basole di Billiemi che erano state trafugate e una volta ritrovate erano state custodite in attesa della ricollocazione. Alcuni saggi eseguiti dai tecnici della Soprintendenza hanno consentito anche di individuare degli elementi sottostanti, ridisegnando l’originaria conformazione del Ponte Ammiraglio e consentendo agli studiosi di completare la narrazione su questo monumento.
Costruito in prossimità della via Valeria, la strada militare che collegava Messina a Palermo, e della Porta Termini, il Ponte Ammiraglio, trovandosi in una zona pianeggiante favorevole all’attraversamento del fiume Oreto, dava accesso al centro urbano da meridione garantendo il collegamento tra la città di Palermo, divenuta capitale del Regno di Sicilia, e i giardini posti al di là del fiume.