La Sicilia da ieri è nella fase due Bis. Pub, esercizi commerciali e ristoranti sono già aperti e non sono mancate le polemiche a causa della movida selvaggia nel centro storico.
Se la nuova ordinanza, firmata dal Presidente Musumeci, annulla il lockdown vissuto negli scorsi mesi, al contempo calendarizza attività la cui riapertura non è stata ben accettata: tra di esse, le discoteche.
La riapertura delle discoteche, infatti, a livello regionale è stata fissata tra qualche settimana. Questo va contro quanto previsto dal nuovissimo DPCM, firmato negli scorsi giorni, che continua a mantenere sospese “le attività che abbiano luogo in sale da ballo o discoteche e locali assimilati, all’aperto e al chiuso”.
Al contrario, nella nuova ordinanza del governatore siciliano, si può leggere che “nella data dell’8 giugno 2020, è autorizzata l’apertura delle discoteche […], per le quali attività dovranno essere emanate apposite linee guida regionali e, in ogni caso, esse dovranno svolgersi nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 17 maggio 2020″.
C’è chi definisce, nei social, questa decisione “follia”. Gli utenti rincarano la dose osservando come “nella stessa ordinanza ha predisposto l’obbligo di mascherina all’aperto (prima no, ma adesso con pochi contagiati sì) e apertura delle discoteche l’8 giugno… Siamo alla follia assoluta”.
LE PAROLE DI LUCA NORATO E VINCENZO GRASSO, GESTORI DEL MOB DISCO-THEATER
Chi pensa che l’apertura non è una assolutamente una pazzia è Luca Norato, ideatore di Unlocked, azienda leader nella progettazione e realizzazione di eventi, e gestore della discoteca Mob di Villagrazia di Carini. Con lui altri due ragazzi palermitani: Fabrizio Lo Cascio e Vincenzo Grasso.
Luca Norato tiene a precisare che: “Non è assolutamente una follia riaprire. Ma ci vogliono regole precise. Senza di quelle è impossibile. Proprio per questo chiediamo un incontro con il governatore o con il suo staff per discutere quali misure dover adottare”.
L’imprenditore ha tre obiettivi: regole economicamente sostenibili, far ripartire le imprese del settore e cercare di controllare i giovani clubbers.
“La riapertura è solo un annuncio fatto da Musumeci. Trovare delle giuste regole sicuramente è complicato. Il settore non vuole andare fuori dal raziocinio”. Luca ha il termometro della situazione giovanile di Palermo: “I ragazzi hanno una percezione come se l’emergenza sanitaria è stata esasperata, magari cadendo in errore. Dopo l’una di notte e al terzo cocktail, si sono dimenticati cosa è il coronavirus. Credo che sia necessario lottare contro l’abusivismo dei piccoli locali. Non vorremo che le drinkerie senza licenze utilizzano le proprie attività come piccoli club per ballare. Senza contare le feste private in ville”.
Per il gestore del Mob è più utile per la sicurezza anti coronavirus: “Inserire i ragazzi all’interno delle discoteche per cercare di controllarli attraverso un numero ridotto di ingressi e con del personale che fa mantenere le distanze di sicurezza. La Sicilia potrà diventare un esempio per tutti e speriamo che possa essere d’esempio per il resto della Nazione. Il nostro settore è responsabile. Vogliamo fare le cose al meglio. Ci dispiacerebbe vedere il pub che diventa discoteca e finisce che gli unici che sono autorizzati con le licenze come noi, non lavorano. La società deve essere compatta, ci vogliono maggiori controlli sul territorio. Per il bene dei cittadini noi siamo anche disposti a posticipare la riapertura ma tutti quanti devono rispettare le regole”.
Della stessa lunghezza di pensiero Vincenzo Grasso che tiene ad evidenziare: “Abbiamo inviato un protocollo ufficiale alla Regione Siciliana – aggiunge Vincenzo Grasso -. Con la Silb-Fipe, l’associazione di categoria che raggruppa insieme le imprese che fanno intrattenimento, abbiamo stilato delle linee guida condivise su scala nazionale. Il problema non solo sono i locali abusivi, ma anche tutta quella gente che si riversa davanti ai locali fregandosene del distanziamento sociale. Dobbiamo essere coscienziosi e rispettosi delle regole, ripartire nel pieno rispetto della legge, della salute e delle vite di chi non solo gode delle discoteche ma anche di chi ci lavora”.