“In merito alle critiche rivolte da alcuni accademici siciliani alla proposta di legge recante Disposizioni per il riconoscimento e la tutela della lingua siciliana, riteniamo necessario chiarire la portata e gli obiettivi reali dell’iniziativa legislativa, nell’intento di contribuire ad un clima di reciproco rispetto e proficua collaborazione con il mondo accademico regionale. L’iniziativa è finalizzata al riconoscimento ufficiale della lingua siciliana quale idioma identitario della Regione Siciliana, in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione italiana. Il provvedimento mira a includere il siciliano tra le lingue regionali riconosciute e valorizzate dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482, al pari del friulano e del sardo”. Lo dichiarano i deputati regionali Giuseppe Geremia Lombardo, Roberto Di Mauro, Giuseppe Carta e Ludovico Balsamo.
“La proposta legislativa nasce unicamente dalla volontà di tutelare e promuovere un patrimonio linguistico unico, espressione secolare della storia, delle tradizioni e dell’identità della Sicilia, la cui conservazione e valorizzazione sembra essere purtroppo relegata all’ambito familiare. Lo riteniamo un atto dovuto nei confronti della lingua siciliana, nella sua variegata molteplicità di rappresentazioni locali, tutte espressione del patrimonio identitario della nostra regione. Vogliamo rassicurare quanti credono si celi nella nostra proposta un intento puramente ideologico e propagandistico e riteniamo, così come avvenuto per la lingua sarda e per il friulano che l’autonomia e la diversità, che discendono dall’insularità e dalla condizione storica di isolamento della nostra regione, siano alla base del riconoscimento della nostra lingua regionale come lingua da tutelare al pari delle altre già riconosciute dalla legge 482/1999. Nel rispetto della partecipazione democratica al processo di formazione delle leggi, auspichiamo nell’apporto scientifico del mondo accademico linguistico sia durante il percorso di approvazione del testo proposto che nella successiva partecipazione alla istituzione della prevista Accademia della lingua siciliana”, conclude la nota.