“Una insufficiente dotazione di risorse umane e materiali delle forze di polizia giudiziaria, che dovrebbero svolgere le attività di accertamento e le conseguenti indagini sui reati ma anche un’attività di prevenzione, che invece non compete alle procure”.
Questo, secondo il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, uno dei problemi che affliggono la lotta ai reati ambientali. Lo Voi, ascoltato in audizione alla Camera dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha fornito i numeri delle carenze di organico relative alle forze dell’ordine a supporto della procura del capoluogo siciliano.
“Il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, che segue questo aspetto con grande attenzione e impegno insieme con tanti altri reati e fenomeni, copre un territorio di cinque province e nove procure, tra cui Palermo, ed è costituito solo da otto persone che difficilmente – ha aggiunto il procuratore – possono tenere sotto controllo l’area con efficacia. Lo stesso vale per l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr), che ha un personale ridottissimo”.
Tutto questo – ancora Lo Voi – comporta difficoltà negli accertamenti e nella individuazione dei reati. Uguale ragionamento per le Capitanerie di porto, che sono impegnate in questo periodo nelle attività che riguardano il contrasto e il controllo del fenomeno migratorio, così come la guardia di finanza nelle sue articolazioni marittime”.