“Un problema o una risorsa i rifiuti in Sicilia? Sono un affare, che è peggio. Se fossero solo un problema potreste avere gli strumenti per risolverlo. Se sono un business devi anche superare i privilegi e gli interessi che si sono consolidati attorno a questo business: ci sono stati da 20 anni a questa parte con un costo per la comunità di 20 miliardi di euro“. Ad affermarlo, il presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, parlando coni giornalisti. L’occasione è stato l’incontro organizzato a Catania dalla Cgil sul tema dei rifiuti in Sicilia insieme al segretario nazionale, Maurizio Landini.
“Lo sono stati (gli affari, ndr) attraverso l’uso scientifico della parola ‘emergenza’ – aggiunge Fava – che ha determinato condizioni di potere incondizionato, di arbitrio in mano di chi ha gestito l’emergenza. Lo sono in assenza di una normativa, di una disciplina”.
“Da 20 anni – continua – aspettiamo un piano dei rifiuti. Anche questo disegno di legge che arriva dal governo Musumeci è una proposta di governance: sono titoli da sviluppare e da svolgere nelle prossime stagioni. E lo sono perché hanno rappresentato una sinecura per alcuni privati”.
“Non esiste regione in Italia in cui il 90 per cento della spazzatura viene conferito in discariche private, i grandi padroni dell’affare rifiuti. Non mi sembra che vi sia una inversione di rotta rispetto a tutto questo e le conseguenze di questa privatizzazione hanno determinato non soltanto l’accaparramento di 250 milioni l’anno ma anche il fatto che nelle crepe, nelle fenditure che si sono aperte in questo sistema si sono piazzati anche interessi e denari mafiosi”.