Continua a tenere banco l’emergenza rifiuti in Sicilia.
Nel marasma generale di un’Isola in stato confusionale, in attesa che arrivi una soluzione programmatica dalla Regione, ci sono Comuni che gettano la linea verso il futuro. Uno di questi è il comune di Trapani, governato oggi dal sindaco Giacomo Tranchida.
Ed è proprio con il primo cittadino che abbiamo parlato della situazione nel suo territorio e, in generale, in Sicilia. In questi giorni, la discarica della Trapani Servizi è stata al centro dell’attenzione, in quanto è stata destinataria dei rifiuti di alcuni comuni del Palermitano, dopo il decreto dirigenziale dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Siciliana. Un afflusso ingestibile per l’impianto, tanto che i camion in alcuni casi sono rimasti fuori.
“Per quanto riguarda Trapani non registro problemi. Con tutto il rispetto dei provvedimenti della Regione, non è che gli impianti di una società privata, ancorché finanziata con le tasse dei cittadini trapanesi, possano essere messe in discussione così. Siamo disponibili a supportare gli altri Comuni come abbiamo fatto sino a ora, anche se è tempo di capire cosa vogliono fare le Amministrazione da grandi. Se si vuole cambiare verso bene, altrimenti chi è causa del suo male pianga se stesso“.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA E L’ECONOMIA CIRCOLARE
Il dato che colpisce maggiormente dello stato di grazie del capoluogo di provincia è quello relativo alla differenziata. Una crescita esponenziale registrata negli ultimi 18 mesi, con un dato che parla addirittura del 63,5% di prodotto differenziato.
“La città fanalino di coda era proprio Trapani. Fino ad un anno e mezzo fa eravamo al 13%. Quando mi sono insediato, ho ereditato un appalto iniziato e l’ho portato a termine. Ora superiamo anche noi il 60%. La raccolta differenziata porta a porta “costringe” il cittadino a farla. Il giochino dei cassonetti colorati per strada può valere per quelle realtà del Nord Europa dove un progetto simile è già avviata. Qui il rischio è che si vadino a formare discariche a cielo aperto, come è accaduto in altre zone della Sicilia“.
Il sindaco Tranchida ci spiega quindi la ricetta di questo successo.
“In primo luogo devi “educare” la gente alla cultura della differenziata, che all’inizio comporta costi maggiori in termini di mezzi e personali. In secondo luogo devi valorizzare i prodotti di filiera (carta, plastica, ecc.). Il costo vero è il trattamento dell’indifferenziato e dell’umido. Dobbiamo pensare ad una soluzione che guardi per esempio alla produzione di energia pulita, come ad esempio il biometano. Però, se non c’è una visione d’insieme di un territorio, in quanto servirebbero grandi quantità di umido per abbattere i costi, non si va da nessuna parte“.
L’INDIFFERENZIATO E LE DISCARICHE
L’amministratore comunale si sofferma poi sul tema caldo dell’ultime ore, quello dell’indiferenziato e delle discariche.
“Poi c’è il problema dell’indifferenziato. Se noi vogliamo evitare di vedere le montagne di spazzatura per le strade e poi dobbiamo spendere un mare di soldi per rimozione e percolato, dobbiamo avere il coraggio di osare e guardare al futuro, cercando metodi smaltimento innovativi che consentano di ridurre o azzerare le emissioni. Se iniziamo a seguire le mode, non ne usciamo. Il mondo è fatto di punti di equilibrio, nel quale dobbiamo evitare di distruggere ancora di più l’ecosistema. Costruire “montagne di spazzatura” non serve ed è molto costoso, con spese che ricadono inevitabilmente sulle trasche dei cittadini“.
In merito all’appello del sindaco Orlando di trasferire i rifiuti in altre Regioni rivolto all’assessore Pierobon, il primo cittadino ha le idee chiare.
“E’ un modo di non risolvere il problema. Con tutto il rispetto per il sindaco Orlando, io voglio assumermi le mie responsabilità. Su Pierobon penso che sia una delle persone più competenti che ha la politica regionale. Lui ha una sua visione che io personalmente condivido. Vediamo se riuscirà a realizzarla“.
“Noi, per quanto riguarda un ponte di speranza in 2-3 anni, tra i finanziamenti in house a disposizione (Comune e Trapani Servizi) riusciamo a fare un’altra vasca. Abbiamo previsto in bilancio un mutuo da nove milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti per iniziare i lavori e farci restituire i nove milioni che la Regione tiene bloccati ma che ci dovrà dare indietro. Però non è una soluzione ottimale, ma una corsa all’emergenza più costosa rispetto ad una soluzione green“.