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Riina non testimonierà sulla Trattativa. Riecco Ciancimino, ieri furto ad un suo avvocato

giovedì 9 Febbraio 2017

Riina fa marcia indietro. “Sto male, ho un problema”. Sono queste le parole pronunciate dal boss dei corleonesi, arrestato a gennaio del 93′ e imputato nel processo sulla Trattativa tra lo Stato e la mafia. Il messaggio è arrivato in video collegamento dal carcere di Parma. Un dietrofront, il suo, dopo l’inconsueta volontà di sottoporsi a interrogatorio comunicata al difensore. La decisione di Totò Riina di acconsentire all’interrogatorio dei pubblici ministeri aveva destato clamore in quanto sarebbe stata la prima volta per il capo di Cosa nostra che finora ha reso unicamente dichiarazioni spontanee.

ciancimino-c-giorgio-barbagallo-4In aula i giudici stanno ascoltando il collaboratore di giustizia Giuseppe Di Giacomo e tra i banchi è comparso anche Massimo Ciancimino, teste e imputato al processo sulla trattativa Stato-mafia, ha deciso di partecipare all’udienza di oggi davanti alla corte d’assise di Palermo. È la sua prima “apparizione” in aula, al bunker dell’Ucciardone, dopo che la Procura ne ha disposto l’arresto a seguito del passaggio in giudicato di una condanna per detenzione di esplosivo. Il verdetto ha determinato la revoca dell’indulto di una precedente condanna e quindi il carcere. Ciancimino, detenuto al Pagliarelli, è stato portato in aula in ritardo e il presidente in apertura di udienza ha chiesto spiegazioni al direttore del carcere. Nella serata di ieri uno dei suoi avvocati, Roberto D’Agostino, ha denunciato uno strano furto avvenuto nello studio legale di via Volturno in cui sono stati rubati un pc ed un ipad. Sull’episodio sta indagando la Squadra Mobile

Tra gli imputati, oltre a boss mafiosi (Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà) figurano anche collaboratori di giustizia (Giovanni Brusca), ex politici (Nicola Mancino, Marcello Dell’Utri), ex ufficiali del Ros (Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno) e Massimo Ciancimino. Del processo si occupano i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi. In molti dopo il primo ok alle dichiarazioni di Riina avevano storto il naso ma un suo eventuale sì avrebbe, invece, comportato per la Procura la possibilità di fargli un ampio numero di domande. “Questo è un processo vuoto, non c’è motivo per cui il mio cliente dovrebbe rifiutarsi di rispondere”, aveva detto il legale dopo avere parlato al telefono col boss e averne raccolto la volontà. Una volontà improvvisamente venuta meno e giustificata dal capomafia con le sue precarie condizioni di salute in cui, però, versa ormai da molto tempo.

Al momento nessuno degli imputati del processo sulla trattativa ha acconsentito a rispondere in aula ai pm tranne Massimo Ciancimino e il pentito Giovanni Brusca. In passato più volte ha fatto dichiarazioni spontanee il generale Mario Mori e domani, sempre per dichiarazioni spontanee, sarà la volta dell’ex ministro DC Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza.

 

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