Petrolio, gas e oro in risalita, metalli deboli e grano in calo. E’ il quadro dei prezzi delle materie prime con l’inasprirsi della guerra tra Russia e Ucraina, le cui ripercussioni riguardano soprattutto l’energia.
Guadagna lo 0,16% a 89,48 dollari al barile il greggio Wti, mentre il Brent sale dello 0,36% a 94,62 dollari. In rialzo dello 0,15% a 1.669,61 dollari l’oncia l’oro, cedono invece oltre il 2% il ferro (-2,26% a 713,5 dollari la tonnellata) e l’acciaio (-2,02% a 3.742 dollari la tonnellata). In rialzo dell’1,87% a 159,72 euro al MWh i futures su novembre per il gas naturale al Ttf di Amsterdam. Simile l’andamento a Londra, dove la singola unità termica Mbtu passa di mano a 289,41 penny (+1,12%). In calo il grano tenero (-0,45% a 986,,25 dollari per unità contrattuale da 5mila staia) e quello duro (-0,92% a 892,75 dollari) con il prosieguo delle esportazioni dai porti ucraini sul Mar Nero.