Non basta il tempo e la potenza della Natura ad impedire che un gioiello dell’arte e della storia della Sicilia ritorni a splendere.
Dopo cinquant’anni la Chiesa Madre di Sambuca di Sicilia, già Borgo dei borghi nel 2016, opera architettonica del XV secolo, è stata riaperta alla comunità con una solenne cerimonia concelebrata dall’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro, a cui hanno preso parte tutti i sindaci dei comuni del Belìce.
La chiesa, “ferita” dal terribile terremoto del 1968 era simbolo delle “opere incompiute” della ricostruzione della valle.
La Madrice, non è ancora totalmente sanata ma grazie a uno stralcio funzionale degli ultimi fondi stanziati il Comune è riuscito a bandire una gara d’appalto per il rifacimento del pavimento, il recupero dell’altare maggiore, dove è stato collocato un grande blocco in pietra, e alcuni interventi di consolidamento del tetto.
La notizia, data la notorietà raggiunta in questa anni per le bellezze del paese, in pieno fermento per la “vendita speciale” degli immobili al costo di 1 euro, è rimbalzata a livello nazionale, segnale che fa sperare in un’ulteriore attenzione da parte dei turisti di tutto il mondo.
“Per il restauro totale della Basilica – spiegano – saranno ancora necessari altri interventi, ma intanto un monumento che rappresenta il simbolo stesso della nostra comunità sarà finalmente fruibile“.
La Chiesa Madre, edificata intorno al 1420 su una parte dell’antico Castello arabo di Zabut, si trova nella parte più antica di Sambuca, sulla rocca che domina il paese. L’attuale campanile, fu ricavato da una antica torre saracena di difesa dello stesso castello.
In origine era una piccola chiesa dedicata prima a Santa Barbara, e poi a San Pietro Apostolo; nell’anno 1642 fu ricostruita ed ampliata grazie al contributo finanziario della marchesa Donna Giulia Baldi Centellis e della sorella Maria. Completata la costruzione, il 12 febbraio 1651, la chiesa fu solennemente aperta al culto sotto il titolo di Maria SS. Assunta.
Si tratta di una chiesa a tre navate, divise da colonnati che sorreggono archi a tutto sesto. Di forma a croce romana, nel punto in cui il transetto si interseca con la navata centrale s’innalza la cupola di ispirazione rinascimentale.
I muri, le colonne, le volte reali, i basamenti di pietra tufacea dura conferiscono al tempio un rigore e un’armonia claustrale che conquista il visitatore; il campanile, che culmina a guglia piramidale, coperta da quadrelli di ceramica policrome, è un raro gioiello dell’architettura dell’epoca della Sicilia occidentale.
Opera di artigianato locale realizzata sotto la guida di ingegneri palermitani, la Basilica è ricca di stili compositi: il portale di rozzo stile arabo-normanno proviene di sicuro da una delle chiese della distrutta Adragnus; mentre tutto l’ornato del portale della fiancata destra che si affaccia sulla Piazza Baldi Centellis è ispirata a motivi rinascimentali uniti a delicati influssi barocchi.