Un traguardo che racchiude migliaia di volti, di storie, di mani accompagnate negli ultimi passi della vita. In 38 anni Samot Onlus ha assistito quasi centomila persone e ha costruito una presenza stabile in tutta la Sicilia, diventando un riferimento nell’assistenza domiciliare e nelle cure palliative.
“Samot ha dimostrato di puntare sulla qualità e sui fatti concreti che riguardano un’assistenza domiciliare costante e continua che guarda in faccia i bisogni dei malati che sono purtroppo tanti, differenti fra di loro, ogni caso ha una storia a sé. Affiancarli nell’ultimo periodo della vita è il nostro compito, lo è stato e continuerà ad esserlo per il futuro“, ha dichiarato Giorgio Trizzino, fondatore dell’Onlus.
L’assistenza
Samot prende forma nel 1987 da un’intuizione forte, portare la cura a casa dei malati, sostenere le famiglie e garantire una presenza clinica, psicologica, sociale e spirituale capace di accompagnare l’intero percorso di malattia. Con gli anni la Sicilia riconosce e rafforza questo modello con la legge 26 del 1996, mentre l’Italia compie un passo decisivo nel 2010 con la legge 38 che tutela il diritto alle cure palliative. Nel 2017 queste cure entrano nei Livelli Essenziali di Assistenza e l’Accordo Stato Regioni del 2020 definisce i criteri di accreditamento, consolidando la gestione dei percorsi assistenziali.
Accanto alla rete storica Samot Child, il progetto che si dedica interamente ai bambini e che quest’anno compie il suo primo anno di attività. Le famiglie che affrontano la malattia infantile vivono un dolore diverso, più tagliente e complesso. Il nuovo percorso garantisce protezione, continuità e ascolto. I piccoli pazienti trovano una rete costruita su misura, capace di restare accanto a loro e ai genitori nei momenti più difficili.
“Coincide esattamente quest’anno anche il primo anno di questo percorso che abbiamo costituito, che si occupa esclusivamente dei bambini – aggiunge Trizzino -. Prima erano pochi casi, purtroppo oggi sono numerosi e anche loro hanno il diritto di essere assistiti, affiancati nei momenti più difficili della loro sofferenza“.
Oggi l’associazione raggiunge 180 comuni della Sicilia con cinque sedi operative, tre centri di ascolto e 450 operatori domiciliari. Da gennaio 2025 al 31 ottobre i nuovi pazienti che hanno avuto accesso ai servizi regionali superano le 3.000 persone, con 2.184 assistiti solo nella provincia di Palermo. Nelle altre province gli interventi sono stati oltre 200mila, mentre nel capoluogo sono state erogate 198.460 prestazioni.
Gli obiettivi per il futuro
“Mi piace qualificare la famiglia Samot perché in effetti è un aggregato di persone unita da un unico obiettivo, dare la massima qualità in uno dei momenti più delicati dell’esistenza dell’individuo – dice Dell’Oglio. Perché Samot non fa altro che dare dignità nei momenti più delicati dell’esistenza dell’individuo, ma non solo all’individuo in sé per sé, ma anche a chi ha in cura, ai familiari, alle persone che vivono insieme al paziente il delicato momento finale. Qualità che ritengo vada a essere sempre più implementata e continuata. La nostra crescita non è solo quantitativa, è soprattutto un’assunzione di responsabilità verso una comunità che chiede vicinanza. Per questo abbiamo scelto di investire nel territorio, nel dialogo con le istituzioni e nella formazione dei nostri operatori. Le cure palliative non sono un lusso, ma un diritto, e i nostri obiettivi futuri vanno esattamente in questa direzione”.




