“Il cittadino deve essere pronto a una situazione non certo voluta da chi ha creduto sempre al servizio sanitario pubblico“. E’ con queste parole che Toti Amato, Presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, lancia un allarme ai cittadini e ai medici.
“Le spese correnti della Sanità, fino a qualche anno fa, normalmente venivano ripianate dallo Stato e dalla Regione che intervenivano sui deficit di spesa. Dal 2018 una parte non è stata finanziata, sino ad arrivare ad oggi dove i finanziamenti pubblici non servono più a ripianare le spese – spiega -. Ciò comporta che, come per un’azienda che presenta dei bilanci in rosso per più anni, viene dichiarata fallita. Questo significa che i cosiddetti livelli essenziali di assistenza non sono garanti e portati a compimento”.
La conseguenza? Un sistema simile a quello americano dove: “I cittadini dovranno rivolgersi alle assicurazioni per poter ricevere assistenza dove il servizio sanitario non può garantirla, e questo significa anche ampliare le diseguaglianze territoriali”.
“Il Servizio Sanitario Nazionale – sottolinea – per fortuna può dare e creare risorse. Quindi perché parlare di tagli e non di investimenti? Sarebbe opportuno sedersi a tavolino e ragionare su questo e non fare i compiti da ragionieri, ma da persone che vogliono la salute per tutti”, conclude.