“A mancare nelle carceri, oltre al personale medico e paramedico, spesso sono gli accertamenti psico-sanitari, che consentirebbero di individuare i soggetti che meritano un percorso trattamentale alternativo. Per questo ritengo che il sistema dell’esecuzione penale e quindi tutto il Paese potrebbero giovarsi di un ulteriore sostengo da parte dei medici legali, figure queste ultime che già oggi sono impiegate nella valutazione della compatibilità con la detenzione di alcuni soggetti”.
Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari in un suo intervento al 46/mo Congresso della Società italiana di medicina legale in corso a Catania.
“Le carceri – ha aggiunto – sono un luogo di espiazione della pena e di rieducazione del detenuto. Assolvono al loro mandato se svolgono queste due funzioni. Ciò non accade perché troppo spesso nel passato sono state considerate delle discariche sociali in cui custodire temporaneamente il degrado. Al loro interno troviamo soggetti psichiatrici, molti dei quali non diagnosticati, assuntori di sostanze stupefacenti e malati gravi che dovrebbero essere ospitati presso istituti di tipo differente in misura detentiva attenuata”.
“Nella visione che voglio introdurre – ha concluso Ostellari – tuttavia c’è un cambio di paradigma: l’incompatibilità con il carcere è un aspetto che non può escludere la necessaria esecuzione della pena in ambiti diversi e più adeguati per il raggiungimento dei fini rieducativi”.