
“L’esperienza sanitaria del governo Conte si misura dalle parole con cui il ministro Giulia Grillo debuttò: “Abbatteremo le liste d’attesa, aumenteremo le risorse del Servizio sanitario nazionale, cambieremo le regole per la nomina dei primari, rivoluzioneremo l’assistenza territoriale grazie alla digitalizzazione.”
A distanza di tempo, agli annunci non ha fatto seguito una vera trasformazione. Le liste d’attesa sono lievitate al punto da indurre l’esecutivo nazionale attuale a varare provvedimenti straordinari; il Fondo sanitario non è stato rafforzato; le norme sui primari sono cambiate quando Conte era già ai margini della politica; la riforma dell’assistenza territoriale – compresa la digitalizzazione – è oggi nelle mani del governo Meloni. Di quell’esperienza restano soprattutto i lunghi lockdown, le zone rosse “fluide”, disposizioni spesso contraddittorie che hanno disorientato il Paese e portato all’apertura di inchieste sull’uso dei fondi Covid”. Lo afferma il coordinamento regionale di Forza Italia Sicilia.
“Sul versante opposto – aggiunge – il governo Schifani ha rimesso in moto 1,5 miliardi di euro bloccati da anni: il polo pediatrico di Palermo, dopo un decennio di stasi è vicino all’aggiudicazione, l’onco-ematologico del “Cervello” è in gara; seguiranno il nuovo policlinico di Palermo, l’Ircss Bonino-Pulejo e il nuovo ospedale di Siracusa. Intanto, in tutta l’isola sono stati aperti nuovi pronto soccorso e reparti di terapia intensiva e sub-intensiva; oltre 9 mila precari sono stati stabilizzati; risorse e norme mirate hanno affrontato l’emergenza giovanile del “crack””.
“La Regione – conclude – ha quintuplicato i fondi per la digitalizzazione, capitolo rimasto lettera morta con Conte, e sta realizzando, nei tempi ministeriali, case e ospedali di comunità. È stata riattivata la cardiochirurgia pediatrica al Civico e mantenuta quella di Taormina. Gli obiettivi, dunque, sono chiari e i risultati concreti. Ne è prova l’impegno sulle liste d’attesa: i 90 milioni già investiti da Schifani non bastano ancora a colmare il deficit ereditato, ma indicano una direzione precisa.
La sanità nell’Isola è tornata a essere efficiente, moderna e vicina ai cittadini: negli ultimi due anni la Sicilia ha chiuso in pareggio e nel 2024 è tra le poche Regioni in attivo, al pari dell’Emilia-Romagna. I siciliani non cercano passerelle: chiedono serietà, responsabilità e, soprattutto, tutela della propria salute. È su questo terreno che si misura l’efficacia di un governo”.