“L’articolo 17 dello Statuto assegna alla Sicilia la facoltà di legiferare in materia sanitaria, consentendole di adattare i servizi alle specificità locali, pur nei limiti stabiliti a livello nazionale e dei Lea. Un aspetto non da poco. Il problema è vedere l’efficacia di questo articolo. Sappiamo che la salute è costituzionalmente garantita dalle leggi dello Stato e le difformità non possono esserci. Ma questo si scontra con i problemi economici della nostra Regione”.
A dichiararlo è Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, alla presentazione del progetto “Dica 43, lo stato di salute dello Statuto siciliano: conoscerlo per amarlo“.
Il presidente, però, ha evidenziato, in merito all’autonomia differenziata, che: “Bisogna capire quali sono i limiti di questa autonomia e quali sono le possibilità che questa autonomia può offrire. Se non ci sono i fondi e un controllo delle erogazioni dei fondi si rimane in un discorso di tipo accademico”.
“Lo Statuto siciliano avrebbe dovuto influenzare molto di più la politica in questi sessant’anni. In realtà il cambiamento è avvenuto in Italia con la riforma del Titolo V della Costituzione, avvenuta nel 2001, con modelli organizzativi flessibili“. A sottolinearlo è Fabrizio De Nicola, avvocato e già direttore generale di diverse strutture sanitarie pubbliche dell’Isola.
“Ovviamente c’è stato un rafforzamento del territorio e un aumento delle aziende sanitarie con modelli organizzativi diversi da regione in regione – prosegue –. Questo si è visto prima e dopo il Covid. Oggi bisogna continuare a spingere sull’abbattimento delle liste d’attesa, per contrastare la mobilità passiva e per la dignità dei pazienti. Importante è l’efficientamento del sistema applicando in sanità tutti quei principi che si possono ricondurre al concetto di valore. In un sistema definanziato non ci possiamo più permettere prestazioni di scarsa qualità e inappropriate. Dobbiamo saper investire le risorse limitate che vengono date in modo che portino un ritorno clinico ed economico importante. Inoltre serve attivare quanto previsto dal Pnrr per far sì che gli ospedali tornino un luogo per pazienti acuti”.
“Siamo l’unica realtà che garantisce alla Sicilia centro -meridionale non solo di un centro di formazione ma anche di un polo sanitario che faccia da punto di riferimento per le popolazioni lontane dalle aree metropolitane. Ma non vogliamo replicare le grandi università dell’Isola ma cerchiamo di innovare, sia nella didattica che nella ricerca, per essere complementari con le altre realtà”, conclude Cataldo Salerno, presidente dell’Università Kore di Enna.