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Santi e “santini”: un patrimonio culturale inestimabile tra fede e credenza popolare | FOTO

martedì 30 Luglio 2019
Santi e santini

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Sull’onda del successo riscontrato per la mostra “Santi e santini – 500 anni di Cultura, Arte e Devozione“, ospitata al Polo Museale d’Aumale a Terrasini, è stato redatto l’omonimo volume, curato da Ino Cardinale.

Un catalogo, potremmo dire, necessario per comprendere a fondo la portata del valore storico, culturale, antropologico e, non ultimo artistico del “santino.

Santi e santini

Non allontanandoci dalla nostra Terra ricca all’inverosimile di testimonianze di Santi, che fornisce un panorama vastissimo oggetto di studio anche per altri paesi europei, la storia certificata dei santini affonda le proprie radici sul finire del ‘500, testimoniando la ricchezza e la complessità di una civiltà.

Scriveva cosi il Pitrè nel 1910: “Non v’è forse regione in Italia dove tante e così svariate siano le forme del vivere quanto quelle della Sicilia (…) I nuovi aiuti che offre la scienza potranno rendere segnalati servigi a quella parte della storia che i dotti non hanno scritto, ma che il popolo ha lasciato nei suoi costumi, nelle sue usanze, nelle sue credenze, nei suoi riti…“.

Un patrimonio immenso, quasi sottovalutato, che ha ispirato il sottotitolo del testo: “Catalogo-itinerario di un viaggio identitario tra storia e arte iconografica tra sentimento religioso popolare  e antropologia“.

Il valore aggiunto del catalogo, sfogliandolo, sta negli approfondimenti scientifici, ad ampio spettro, che fanno da indispensabile corredo alle centinaia di immagini di santini raccolti nella sezione “Le Collezioni“.

Dal contributo in apertura del compianto assessore Sebastiano Tusa sulle storie vissute e condivise, all’approfondimento del cardinale Giovanni Angelo Becciu che sottolinea la capacità dei santini di “generare bellezza“; passando per l’analisi di monsignor Michele Pennisi sul rapporto tra Santi e territorio di appartenenza.

Santi e santini

E poi ancora il contributo del “volto della santità” di don Giuseppe Ruggirello, quello del collezionismo dato, tra gli altri, da Giulio Perricone, giungendo allo studio del santino come “medium taumaturgico” a firma di Orietta Sorgi, dirigente della Valorizzazione e Musealizzazione dei fondi, archivi e teche, per chiudere con gli approfondimenti forniti dal curatore Ino Correnti.

L’esser credenti o devoti è indifferente perché, approfondendo il libro, si scopre il valore storico e culturale dell’operazione realizzata: dai santini più antichi, difficilmente reperibili e molti anche sconosciuti ai più, a quelli più recenti, di valore ugualmente considerevole se volti a sostanziare la continuità di un processo antropologico che non sia arresta anche negli anni 2000.

Tra Fede e credenza popolare, dunque, i santini sono sì veicoli di devozione e diffusione della fede ma al contempo anche preziosi manufatti dell’arte minore diretta espressamente al popolo.

Il catalogo “Santi e santini – 500 anni di Cultura, Arte e Devozione” è stato realizzato con l’organizzazione della Regione Siciliana – Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, del Polo Museale d’Aumale di Terrasini, dal Comune di Terrasini e dall’Associazione Culturale “Così… per passione! – Terrasini“, con il patrocinio della Biblioteca “Ludovico II De Torres” – Arcidiocesi di Monreale e l’Unione Filatelica Siciliana.

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