Da solo a dovere gestire 12 assessorati almeno per i prossimi venti giorni – il tempo stimato per potere avere la squadra di assessori in funzione – è una missione impossibile, soprattutto per un politico di lungo corso che conosce bene le dinamiche.
Ecco perché ieri sera, 13 ottobre, subito dopo la proclamazione in Corte d’appello a Palermo, Renato Schifani, apprende l’ANSA, in raccordo col suo staff più stretto ha messo in moto la macchina: è partita la richiesta a tutti i capi di gabinetto uscenti degli assessorati di rimanere nei propri posti almeno fino a quando non si insedieranno i nuovi assessori che poi sceglieranno i nuovi collaboratori. A presidiare gli assessorati, dunque, rimarranno per dare continuità i capi di gabinetto che nella richiesta ricevuta per mail potranno avvalersi di altri due componenti degli uffici appena decaduti.
Una scelta quasi obbligata per Schifani perché non è ipotizzabile bloccare gli assessorati per lungo tempo: una norma regionale impone ai nuovi assessori (le trattative per la squadra sono in corso) di assumere le funzioni solo dopo avere giurato davanti all’Assemblea siciliana, la cui convocazione è ancora in alto mare perché si aspetta che l’ufficio centrale della Corte d’appello attribuisca i seggi ai restanti 68 deputati (ieri la Corte ha assegnato quelli di Schifani e Cateno De Luca, in quanto secondo candidato alla presidenza non eletto).
Dunque, saranno i capi di gabinetto a occuparsi della gestione ordinaria temporanea degli assessorati e a riferire al presidente Schifani che poi assumerà le decisioni.