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La nota dei sindacati

Sciopero dei lavoratori Amat a Palermo: si ferma il trasporto pubblico in città

sabato 1 Marzo 2025
Amat, linea 721, capolinea piazza Croci, Palermo

I lavoratori dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico a Palermo, che chiedono il rispetto degli obblighi contrattuali, oggi sono in sciopero cominciato alle 9,30 e che si concluderà alle 17,30.

Proclamata da Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Autoferro, Faisa Cisal, Cobas e Orsa Tpl la protesta, nasce dalle “responsabilità dell’amministrazione comunale per la disattenzione nei confronti delle rivendicazioni dei lavoratori dell’Amat, che sta comportando da quasi due anni tanti disservizi per la città che sempre più viene abbandonata a sé stessa per il trasporto pubblico”.

“Abbiamo imputato alle scelte politichedicono i sindacati – di effettuare continui tagli per la partecipata Amat ma soprattutto il congelamento di ogni spesa pur necessaria per l’azienda in attesa di un nuovo contratto di servizio che comunque, sembrerebbe anticipare e confermare contenuti di ristrettezza inadeguati a sostenere un servizio affidabile e soddisfacente”.

“Vorremmo esprimere aggiungonoun nostro pensiero rispetto al fatto che la politica dei tagli può sembrare un atto utile e positivo per ogni amministrazione, ciò non toglie che determinate scelte comportino più danni. Quanto potrebbe sembrare un risparmio sulla spesa pubblica di fatto trasferisce maggiori spese a carico dei cittadini quando, privati di un servizio di trasporto efficace ed efficiente debbano poi provvedere individualmente a sostenere i costi ben più pesanti per la propria mobilità”.

“Un’azienda alla quale vengono limate le risorse e dalla quale si pretendono servizi efficienti non può avere un futuro; un’azienda che esercita servizio tramviario che costa 13 euro al km e viene pagato a 5 euro non è sostenibile, eppure il servizio è stato sin dall’inizio affidato all’Amat di Palermo che se ne è fatta carico con aggravio per il proprio bilancio” dicono i sindacati.

“La verità è scritta negli atti che la proprietà dell’azienda predispone ed ha predisposto negli anni precedenti; le verità di un servizio ridotto all’osso stanno nella scelta di non investire sul trasporto pubblico locale ma vengono sfruttate le opportunità per attingere alle risorse europee, investirle in infrastrutture come le reti tramviarie per poi non deliberare nell’approntare dispositivi di spesa consoni e necessari a sostenere l’opera finanziata dalla comunità europea ma abbandonata alla gestione aziendale col bilancio sofferente falcidiato da riduzioni del capitale sociale, addebiti per tasse non dovuti, diritti contrattuali contestati e gestione obbligata fino ad ora per servizi in perdita e primo fra tutti, il tram con le attuali 4 linee” concludono.

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