“Servono regole e più controlli”. E’ questa la richiesta che fanno i tassisti annunciando lo sciopero per le giornate di mercoledì 5 e giovedì 6 giugno. In vista dell’astensione dal lavoro, concomitante con la giornata di chiusura della campagna elettorale per le Elezioni europee e amministrative dell’8 e 9 giugno.
Lunedì 27 maggio, poteva essere il giorno della distensione. Invece, la mancata convocazione dei sindacati al ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha fatto precipitare la situazione. I tassisti siciliani si stanno attualmente confrontando sulle misure da adottare e sulle modalità di partecipazione allo sciopero nazionale. La richiesta da parte dei sindacati è quella di regolamentare le piattaforme digitali del settore, specialmente gli Ncc, come anche Uber, che operano nelle principali città italiane e che, secondo i sindacati dei tassisti farebbero una “concorrenza sleale” al servizio taxi tradizionale.
“Torretta ha 10 Ncc, San Giuseppe Iato ne ha 15, ma stanno più a Palermo che nei luoghi dove è stata rilasciata la licenza senza pagare tasse e abusivamente”, racconta il presidente della cooperativa Auto Radio Taxi di Palermo Massimiliano Federico.
“La diffusione di questi fenomeni di abusivismo presenti nel settore devono essere regolamentati sia nelle piattaforme online, dove avvengono delle modifiche tariffarie in base alla domanda, l’orario e il luogo in modo molto più libero rispetto ai taxi che sono un servizio pubblico con tariffa amministrata, obbligo di prestazione e turnazione – spiega -. Cosa che non avviene con Uber, piattaforma americana multinazionale, che può avere mezzi a Palermo e in altre città, ma non paga le tasse che noi paghiamo qui in Italia. E poi servono controlli. Basterebbe un vigile che controllasse le auto blu parcheggiate nei vicoli abusivamente mentre noi Taxi paghiamo 200 euro per il posto, siamo regolamentati, certo il furbetto può esserci sempre, i vigili a noi ci multano ed a loro no”.