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Scoperto in Cina un nuovo virus, variante del H1N1

martedì 30 Giugno 2020

Un nuovo virus influenzale simile a quello dell’influenza H1N1, che causò la pandemia del 2009, è stato scoperto in Cina.

Un team di ricercatori cinesi, infatti, ha esaminato i virus dell’influenza trovati nei suini dal 2011 al 2018. La ricerca ha portato alla scoperta di un ceppo “G4” di H1N1 che ha “tutti i tratti distintivi essenziali di un candidato virus pandemico“.

La notizia è stata comunicata dal documento del Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

Lo studio PNAS ha evidenziato che i maiali sono considerati importanti “vasi di miscelazione” per la generazione di virus influenzali pandemici e chiamati a “sorveglianza sistematica” del problema.

Gli operai di allevamento di maiali hanno anche mostrato livelli elevati di virus nel sangue- spiegano gli studiosi -, pertanto, un attento monitoraggio nelle popolazioni umane, in particolare i lavoratori del settore suino, dovrebbe essere implementato con urgenza”.

Lo studio evidenzia, quindi, che il rischio che il virus attraversi la barriera delle specie nell’uomo, in particolare nelle regioni densamente popolate della Cina, dove milioni vivono in prossimità di fattorie, impianti di riproduzione, macelli e mercati umidi, sia elevato.

 Il parere dell’epidemiologa Stefania Salmaso

La scoperta del nuovo virus è un risultato della sorveglianza che da anni si conduce in diverse parti del mondo, compresa l’Italia. La cosa interessante è che, mentre i ceppi in circolazione cambiano continuamente, il nuovo virus trovato nei maiali ha preso piede dal 2016 e il suo genoma contiene elementi che lo hanno reso in grado di infettare l’uomo. Qaunto osservato in Cina sembrerebbe il primo gradino nella scala dell’evoluzione che porta a una pandemia“.

Per arrivare alla pandemia, però, mancano ancora dei passaggi fondamentali: “bisogna, per esempio, dimostrare l’efficienza del virus nella trasmissione da una persona all’altra”. E’ un’allerta, comunque, “che ci riporta ai piani pandemici elaborati nel 2006 e nel 2009 e all’importanza di avere un aggiornamento dei piani pandemici“. Anche nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva sollecitato una revisione dei piani pandemici, ma tutto si era risolto in un nulla di fatto. “

“Questa volta – ha concluso Salmaso – non ci sono più scuse per rimandare l’aggiornamento di un piano pandemico condiviso”.

 Stefania Salmaso

nel 2009 aveva seguito la pandemia di influenza mentre si trovava a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

 

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