Continuano ad essere tante le incertezze che interessano le scuole siciliane, in un ritardo cronico su vari fronti, riqualificazione edilizia, carenza di personale e dimensionamento. Tante le situazioni difficili, alcune delle quali vergognose, vacilla e continua a vacillare sempre di più il corretto funzionamento delle istituzioni scolastiche.
Una realtà che interessa ad oggi una moltitudine di siciliani. L’assessorato regionale all’Istruzione e formazione si è impegnato per la realizzazione di progetti nel campo della pubblica istruzione e della promozione della cultura siciliana, un impegno finanziario di oltre 30 milioni di euro che mira a migliorare l’offerta formativa e il benessere degli studenti più giovani e delle loro famiglie. Ma cosa ancora non va?
“L’inadeguatezza strutturale delle scuole è ancora un problema attuale“, dichiara Giovanni Portuesi, il presidente regionale del sindacato Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori). “Gli istituti sono stazioni appaltanti e quindi è stato riversato sulle scuole un’ulteriore carico di adempimenti con il Pnrr notevoli e che si aggiungono a tutto quello che la scuola fa e a tutti i compiti che devono adempiere i dirigenti scolastici“.
Tutto è partito con una carenza di fondo del personale sia dal punto di vista numerico sia dal punto di vista della formazione. “Il personale della scuola, in particolar modo le segreterie, si è trovato ad affrontare questo notevole impegno con difficoltà di persone e di formazione”.
“I fondi del pnrr sono risorse immense, dirottate sulle scuole, ma purtroppo il Governo è in ritardo e poco attento alle tempistiche della scuola, una disattenzione da parte della politica“. Pesanti i ritardi subiti dalle centinaia di lavoratori pnrr e Agenda Sud che negli ultimi mesi non solo non hanno percepito gli stipendi, ma sono stati al palo per due settimane. “I contratti erano scaduti il 15 aprile, e dopo 15 giorni di “vacatio” i lavoratori hanno poi finalmente visto la luce, è intervenuta la norma che ha prorogato i contratti fino al 15 giugno. Chiaramente questa lentezza e questi ritardi non aiutano affinché le cose possano andare per il verso giusto“.
La legge di bilancio parlava di dimensionamento per gli istituti siciliani. Purtroppo non si tratta certamente di una novità (CLICCA QUI), ci sono sempre meno studenti nelle nostre scuole. Tutto ciò va ad aggiungersi ad i continui tagli alla spesa pubblica relativi all’istruzione. In molti casi non si tratta di veri istituti persi ma di una perdita di titolarità a causa di un accorpamento. In Sicilia in 10 anni più o meno gli istituti esistenti e “attivi” sono passati da 12000 a 8000 ma che in fieri arriveranno a circa 1000. Tutto ciò però avviene a discapito dell’offerta formativa. In più la Sicilia ha rischiato e sta rischiando di perdere più di 109 scuole a causa degli accorpamenti. “Questa razionalizzazione è stata fatta con un unico criterio, ovvero quello del numero di alunni“. Cosa è successo e sta succedendo nelle regioni del sud?
“Sia per effetto della natalità che investe tutta l’Italia, sia per effetto di una nuova emigrazione interna, ovvero molte famiglie dal sud si stanno spostando al nord, la popolazione scolastica chiaramente diminuisce“. Per questo motivo saranno proprio le scuole dell’isola che ne subiranno l’effetto. “Le scuole saranno accorpate in maniera selvaggia, con una media di 15-20 plessi, è chiaro che tutto diventa molto più difficile dal punto di vista della gestione. Anche perché quando si va ad accorpare in questa maniera c’è sempre un problema di perdita di posto. Non solo per docenti e del personale Ata ma anche quest’anno per la prima volta anche dei dirigenti scolastici“.
Soprattutto nella provincia di Catania saranno molti i dirigenti che dovranno spostarsi in altre province perché non ci saranno più posti disponibili. “Noi siamo stati contrari al tavolo regionale del dimensionamento. La norma è nazionale, che contestiamo da sempre. Nel 2008 gli istituti scolastici autonomi erano 12 mila, il prossimo anno arriviamo a quasi 7 mila. E non è sicuramente finita“.