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Undicesima puntata per “En kai pan“. Ospite nella nostra rubrica di approfondimento culturale de ilSicilia.it è Sebastiano Tusa, archeologo, fine studioso, già sovrintendente del mare e attuale assessore regionale ai Beni culturali della Regione.
Il suo sguardo di studioso si è posato fin dalle sue prime ricerche anche sulla Preistoria, fondamentale per capire molto delle culture e dei popoli: “La preistoria – dice – mi ha appassionato da sempre, ma mi ha appassionato soprattutto il fatto che dal momento in cui si studia preistoria ci si avvicina molto alle società primitive e anche attuali. Siccome per me è stato sempre fondamentale il confronto con il contemporaneo, è evidente che l’archeologia vista con una prospettiva antropologica mi ha sempre intrigato. E poi mi ha sempre appassionato l’Oriente. Un mondo che ho avuto la fortuna di vedere negli anni Settanta, ma che ormai è stato profondamente sconvolto a causa dell’Occidente: con le guerre, con il profitto e con una pseudo-modernizzazione”. Tusa racconta a questo proposito anche di una ricerca compiuta in Iraq, prima che questo Paese fosse sconvolto dalla guerra, con tutte le conseguenze devastanti che questa ha avuto sui siti archeologici e culturali.
Sebastiano Tusa da qualche tempo è assessore della Regione Siciliana, gli abbiamo chiesto quali siano i suoi desideri e gli intenti che intende perseguire al governo: “I desideri sono tantissimi e ovviamente si scontrano con una realtà difficile dal punto di vista politico, economico e burocratico – sottolinea –Vorrei riportare il senso, l’andamento di un settore quale quello dei beni culturali che, è inutile dirlo, riguardano una regione la cui stratificazione culturale è unica al mondo, così ricca, complessa e articolata. Vorrei riportare tutto nei binari di una professionalità e scientificità: in sostanza, cercare di evitare che i centri decisionali delle varie strutture dei parchi archeologici, del dipartimento, delle strutture museali, siano gestiti e governati sulla base di principi di carattere esclusivamente politico e di appartenenza, cosa che ha provocato i guasti che sono sotto gli occhi di tutti. Quello che sto tentando di fare è cercare di mettere le persone giuste al posto giusto, tenendo conto di un panorama che però è quello che è, perché in Sicilia scontiamo un ritardo gravissimo, visto che da anni non ci sono più stati concorsi e assunzioni, per cui la squadra di cui posso disporre è molto ridotta, nonostante alcune personalità di spicco”.