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Sgarbi l’esternator cortese e la pia illusione della comunicazione sobria

venerdì 1 Dicembre 2017
Sgarbi Murgia
Sgarbi

Tempo per la giunta ieri ne ha avuto poco e niente Vittorio Sgarbi. È andato via praticamente subito, ma nel corso della mattinata ha avuto modo di fare una prima, orientativa, capatina all’assessorato dove andrà a insediarsi.

Il battitore libero della giunta Musumeci sarà il ricettacolo naturale dal quale avranno  origine exploit, incursioni televisive, titoli ed esternazioni di stampa regionale e nazionale. Il leitmotiv e lo spunto da cui andranno a scaturire polemiche, riflessi e tendenze che potranno esporre il governo regionale a una ribalta mediatica a cui, al momento, il governatore siciliano, rinuncerebbe volentieri.

L’incensurabile Sgarbi è pronto. A pensarci bene ieri è stato più che sobrio. Non avesse avuto l’aereo da prendere in fretta e furia, se ne potevano approfondire di argomenti al di là dei custodi, dei forestali e della bellezza da commissariare.

Più complesso sarà gestire lo Sgarbi-pensiero nel reticolo farraginoso e complesso della burocrazia delle Soprintendenze, nei luoghi comuni da scardinare a base di innovazioni e novità fruibili nella micro-era di qualche mese, o ancora nei meandri vaporosi e spesso poco sostenibili anche per i martiri dell’ascolto chiamati a sorbirsi le più accanite spiegazioni sulla gestione dei fondi comunitari, di cui il suo assessorato, negli ultimi  anni, è stato una sapiente maglia nera.

Insomma, la “comunicazione sobria” annunciata ieri da Musumeci, già da ieri, con il semi-show del critico d’arte, è messa a dura prova. Ma è un effetto messo in conto.

Se c’è un pregio nella mimica facciale di Nello Musumeci, è che in esso è contenuta nella sua imperturbabilità a comando, nell’enorme capacità di dissimulare sgranando gli occhi come se il mondo, spesso, ruotasse a sua insaputa.

Nessuno da questo punto di vista deve insegnargli niente. Anche la scelta, tatticamente discutibile, ma comprensibile nella scelta dei tempi, di “comunicazione sobria”, discende dalla necessità di un tempo ragionevole e certo in cui il nuovo esecutivo regionale potrà tracciare un primo perimetro di scelte e di indirizzi.

Sgarbi, diversamente sobrio, avrà invece modo di continuare nei suoi affondi, sorprenderci con le su trovate, possibilmente  alzando anche l’asticella delle soluzioni da mettere a fuoco nel rilancio dei beni culturali siciliani.

Per lui c’è una speciale licenza di parola. La consegna del silenzio sarà riservata ad altri settori, ma soprattutto ad altri personaggi. Il professore deve svettare.

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