Ascolto dei territori o puro interesse strumentale? Atto dovuto oppure si tratta, per usare un termine palermitano, di “caviglie” elettorali? Per gli esponenti del centrosinistra al Comune di Palermo, la risposta a queste domande è chiara. Scoppia il caso sulle segnalazioni fatte da alcuni consiglieri di maggioranza per la risoluzione di problemi di ordinaria amministrazione. Riparazione delle buche. Rifacimento dell’asfalto o delle strisce pedonali (intelligenti o meno). Tutela di un bene pubblico. Servizi che solitamente dovrebbero essere garantiti ma che, a giudizio delle opposizioni in Consiglio Comunale, vengono utilizzati per “costruire consenso personale per le prossime elezioni“. Una denuncia messa nera su bianco in due interrogazioni rivolte al sindaco Roberto Lagalla. Atti a cui, già annunciano dal centrosinistra, ne seguiranno altri.
Manutenzione stradale e segnaletica orizzontale
Due, dicevamo, le interrogazioni ufficializzate al sindaco Roberto Lagalla. La prima riguarda alcuni interventi di manutenzione stradale in via Nazario Sauro. Lavori condotti dalle maestranze del Comune di Palermo e pubblicizzati sui social da un’esponente di Forza Italia a Sala Martorana.

Una questione sulla quale i consiglieri comunali Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Fabio Giambrone, Giuseppe Miceli, Antonino Randazzo, Fabio Teresi, Concetta Amella ed Alberto Mangano chiedono “se esista una programmazione degli interventi di manutenzione della segnaletica orizzontale, che tenga conto di priorità legate alla sicurezza dei cittadini, e come questa programmazione venga rispettata o se si proceda invece solo su richieste di intervento avanzate da consiglieri comunali o consiglieri di circoscrizione per permettere così a questi di raccontare come favori fatti agli elettori (o promessi tali) quegli interventi di manutenzione ordinaria, volti alla sicurezza dei cittadini, che in una città normale dovrebbero essere diritti acquisiti“.
Una questione sulla quale replica l’assessore alla Viabilità Dario Falzone. “AMAT effettua la manutenzione della segnaletica stradale sulla base di una programmazione bimestrale, che indicativamente individua una serie di strade. In verità, la via Nazario Sauro era già stata programmata per il II bimestre ed espressamente inserita nella programmazione di maggio. Si aggiunge che le segnalazioni e le richieste di manutenzione per motivi di sicurezza effettivi (pali divelti o vandalizzati, o rifacimento di strisce cancellate dall’usura) ove dovessero essere segnalate da rappresentanti dell’istituzione comunale democraticamente eletti, appaiono legittime se funzionali a garantire e ottimizzare la manutenzione della segnaletica stradale“.
Si riaccende il caso su via Tiro a Segno
Con riguardo alla seconda interrogazione, il documento riguarda gli episodi di inciviltà avvenuti in via Tiro a Segno. In alcune immagini allegate al documento si vedono infatti dei giovani scavalcare le recinzioni. Dispositivi installati per impedire accessi indesiderati al bene ma che potrebbero comportare notevoli rischi per l’incolumità di questi ragazzi. Un elemento segnalato nell’atto, nel quale però Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Fabio Giambrone, Giuseppe Miceli, Antonino Randazzo, Fabio Teresi, Concetta Amella, Mariangela Di Gangi, Massimo Giaconia, Franco Miceli ed Alberto Mangano sottolineano il comportamento “poco inclusivo”, per dirla all’acqua di rose, di un’esponente di Fratelli d’Italia. La stessa viene accusata dai firmatari di trattare il territorio in questione come “zona di sua esclusiva competenza“. Una polemica che segue a quella avvenuta in Consiglio Comunale sul sopralluogo condotto all’Ecomostro di via Tiro a Segno dalla III Commissione Consiliare.

“Abbiamo depositato due interrogazioni e ne seguiranno altre – commentano i firmatari -. Non rappresentano soltanto un atto formale, ma una precisa volontà politica: mettere in discussione un sistema opaco che troppo spesso trasforma la politica comunale in uno strumento a servizio dei “favori” di consiglieri in cerca di costruire consenso personale per le prossime elezioni invece che un’istituzione al servizio della comunità. Sono quegli stessi consiglieri che in 3 anni non hanno dato alcun contributo al dibattito in città nè in aula: mai un intervento, un emendamento, un pensiero espresso, troppo impegnati a lavorare sottobanco raccontando per favori quelli che dovrebbero essere diritti. La deriva di questo Consiglio Comunale rappresenta in realtà una pratica consolidata che ci rifiutiamo di accettare e che contesteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione“.