Via libera all’utilizzo di acqua della diga Castello, a cui afferiscono i produttori agricoli di un vasto comprensorio dell’entroterra agrigentino, per un’irrigazione di soccorso destinata alle campagne. Questo il risultato ottenuto dai sindaci di Bivona, Burgio, Lucca Sicula, Palazzo Adriano, Ribera e Villafranca Sicula, nell’ultimo incontro avuto con i vertici di Autorità di bacino idrografico di Sicilia, Consorzio di bonifica Agrigento 3, Protezione civile, Dipartimento acqua e rifiuti, Enel e commissario per l’emergenza idrica in agricoltura e zootecnia.
Dopo le proteste dei giorni scorsi avanzate dagli amministratori comunali contro il provvedimento che impedisce usi diversi da quelli civici per l’acqua contenuta negli invasi, è stata decisa la riattivazione della bretella di collegamento tra le dighe Gammauta (situata in territorio di Palazzo Adriano) e Castello (che ricade nel comune di Bivona). Questo travaso permetterà di accumulare un quantitativo di risorsa idrica necessaria che potrà comunque garantire una o al massimo due irrigazioni di emergenza.
“In condizioni normali – dice il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo – i nostri agricoltori riescono ad ottenere tra quattro e cinque irrigazioni. Al momento, a causa della siccità, questo scenario è inimmaginabile. Tuttavia, un quantitativo di acqua, sebbene minimo, permetterà almeno di salvare piante ed impianti, mentre la produzione purtroppo è ormai compromessa. Bisogna fare di tutto per salvare i sacrifici di migliaia di agricoltori”. L’acqua della diga Gammauta è al momento l’unica fonte di approvvigionamento possibile. Il travaso verso la diga Castello permetterà di rilasciare tra 80 e 100 litri di acqua al secondo. “Senza nuove piogge, comunque, la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente, i nostri produttori agricoli sono esasperati, purtroppo abbiamo anche timori per possibili disordini“, conclude Ruvolo.