Code, disservizi e in alcune occasioni anche aggressioni al personale in servizio. E’ quanto accade in molti Centri per l’impiego della Sicilia che da alcuni giorni sono alle prese con le richieste di un’utenza particolarmente numerosa. Proprio in questo periodo, infatti, si sono concentrati una serie di adempimenti che hanno richiamato un notevole flusso di persone: dai patti di servizio al programma Garanzia giovani, dagli avvisi per il finanziamento dei tirocini alle classiche dichiarazioni di disponibilità al lavoro. Un carico di lavoro straordinario che gli sportelli non sono riusciti ad evadere.
La situazione è ormai diventata insopportabile per i cittadini e pericolosa per l’incolumità stessa dei dipendenti dei Centri, tanto da spingere i sindacati autonomi Cobas-Codir, Sadirs e Siad ad indire lo stato di agitazione e a intimare l’adozione di “tutte le forme di lotta a tutela dei lavoratori”. Per la Uil Sicilia era possibile prevenire tutto questo.
“Lo avevamo previsto e, per questo, fornito già una soluzione al governo regionale”, dice Giuseppe Raimondi della Uil Sicilia, che spiega: “Serve riorganizzare il personale già in servizio e nello stesso tempo utilizzare la professionalità degli ex sportellisti. Sino ad oggi, però, non abbiamo avuto risposta, la politica continua a non operare nessuna scelta e a non dialogare con le organizzazioni sindacali che, in questa fase, sono fondamentali ma prive di strumento di negoziato. Pur avendo a disposizione risorse professionali ed economiche, le politiche attive nella nostra isola sono ferme al palo. Rinnoviamo, quindi, la richiesta di un incontro urgente”.
I sindacati per voce di Fabrizio Masi, Franco Madonia e Angelo Lo Curto, chiedono all’assessorato regionale al Lavoro una convocazione “per risolvere i problemi funzionali che penalizzano tutto il personale dei Centri perl’impiego dell’Isola ma tale richiesta è rimasta inevasa”. I sindacati denunciano quindi il “gravissimo disagio del personale del Centro per l’impiego di Palermo e in particolare gli addetti al front-office che prestano servizio, oltre che in mezzo a mille difficoltà logistiche, anche in costanti condizioni di pericolo per la propria incolumità, diventando vittime di aggressioni e minacce da parte di un’utenza sempre più esasperata e disperata che ha costretto più volte a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine”.