La Sicilia è una regione che vive di turismo tutto l’anno? E’ da questo interrogativo che bisognerebbe partire e da cui poi mettere in campo una serie di strategie volte a risolvere le criticità che investono la nostra Isola.
“Sento parlare di destagionalizzazione da circa 30 anni“, ci dice Francesco Randone, vicepresidente di Federalberghi Palermo, ai microfoni de ilSicilia.it.
Bisognerebbe schiarirsi le idee, “partendo da un problema di carattere fiscale. Basta guardare le altre destinazioni nel Mediterraneo che riescono a destagionalizzare, a lavorare 12 mesi l’anno, e quelle a fiscalità ridotta, accettata già da oltre 25 anni dall’Europa, la cosiddetta insularità“.
E’ un problema, quindi, che bisognerebbe analizzare dalla radice, la Sicilia non può competere con città come Venezia, Firenze o Milano.
La risposta è no. La Sicilia è una regione che vive di turismo solo per 6 mesi l’anno, questo basta? La Sicilia, tutta a vocazione turistica, ha tantissimi vantaggi che vanno dal patrimonio naturalistico a quello gastronomico, ma è necessario utilizzare appositi strumenti per fare della nostra Isola una meta sempre più competitiva rispetto alle altre destinazioni.
“Già vent’anni fa avremmo dovuto progettare e realizzare tutta una serie di infrastrutture“, per evitare oggi conseguenze negative. “Lo vediamo giornalmente tra il traffico autostradale, le linee ferroviarie e anche le infrastrutture portuali“.
Dunque, la sfida da cogliere non è soltanto quella di aumentare la percentuale dei visitatori, l’obiettivo è molto più ambizioso e consiste nel concretizzare un piano con una fitta programmazione di spesa sul territorio, soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture, un cambio di rotta che persiste da oltre 50 anni.
“In Sicilia il Pil turistico è attestato mediamente su quelli che sono i dati nazionali, ma rapportato agli abitanti, siamo terzultimi in Italia”, un dato che fa storcere il naso. “Siamo avanti solo alla Calabria e al Molise“.
Una regione dalle grosse potenzialità, ma tanto ancora su cui lavorare. “In Italia abbiamo una media di otto presenze turistiche per abitante. In Sicilia registriamo 22 milioni e mezzo di presenze su cinque milioni e mezzo di abitanti. Noi siamo ancora al 50% di quello che è la media nazionale, quattro presenze turistiche per ogni abitante“.
Dobbiamo allungare il periodo stagionale, “bisogna mettere in campo una serie di provvedimenti, di carattere fiscale e infrastrutturale“.
Normative chiare e infrastrutture efficienti, solo così la Sicilia può puntare al turismo 12 mesi l’anno.