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Il progetto siciliano "We Woz"

Social Network, progetto “Threads”: la sfida di Mark Zuckerberg al Twitter di Elon Musk

martedì 13 Giugno 2023
Zuckerberg- Musk

Il nome in codice è ‘Project92’, nella realtà è la sfida che Mark Zuckerberg vuole lanciare al Twitter di Elon Musk. Una nuova piattaforma, simile ma più efficiente e “sana” di quella acquistata dal patron di Tesla che avrebbe già tra i suoi futuri utenti celebrità da milioni di follower.

L’idea di un Twitter 2.0 è stata comunicata da Chris Cox, chief product officer di Meta, la società proprietaria di Facebook e Instagram, in un incontro con alti dirigenti di cui riferisce il sito specializzato ‘The Verge’.

“Abbiamo sentito creatori e personaggi pubblici e ci hanno detto che vogliono una piattaforma gestita in modo sano, di cui fidarsi e sulla quale poter contare per la diffusione dei loro contenuti”, ha spiegato il manager chiamando il nuovo social esplicitamente “una risposta a Twitter”.

Cox ha anche sostenuto di essere già in contatto con la star dei talk-show Usa Oprah Winfrey e con il Dalai Lama, rispettivamente 42 e 19 milioni di follower, che sarebbero pronti a mollare Twitter per salire sul carro di Meta. Il ‘coding’ di ‘Threads’, questo il nome del nuovo prodotto, è iniziato a gennaio e ci si aspetta che parta il prima possibile.

Si tratterà di un’app alla quale si accederà con le credenziali Instagram in modo da poter trasferire direttamente i propri seguaci. Cox ha spiegato che l’obiettivo è creare una piattaforma “sicura, facile da usare e affidabile”.

Da uno screenshot dell’app pubblicato su The Verge colpisce che l’interfaccia sia molto simile a quella di Twitter: spunte blu, foto del profilo e la possibilità di mettere “mi piace”, “rispondi” o “ripubblica”.

 

 

Il social network siciliano

La “fame” di nuove realtà di social network  ha coinvolto anche la Sicilia nel gennaio 2022, con la nascita di un social network 100% “made in Sicily” che si inserisce nell’area di Twitter, per colpire il target dei Millennials (nati tra il 1980 e il 1995) e i giovani della Generazione Z (1995-2010) che hanno un “legame digitale con la rete” da giovani e sin dall’infanzia.

In quest’ottica si inserisce il progetto “We Voz”, una sorta di “Twitter della voce” in cui la community può interagire tramite i “voz”, contenuti vocali di breve durata che scorrono nella timeline tramite un player automatico. Il sistema consente la riproduzione continua dei contenuti offrendo all’utente la possibilità di essere social senza utilizzare lo schermo e svolgendo altre attività.

Parla in italiano, interamente dedicato alla voce, “un nuovo modo di essere social, di comunicare e relazionarsi con gli altri in maniera sana e senza dover restare incollato a uno schermo” spiega Christian Di Sante, uno dei fondatori della start up di Termini Imerese (PA) che ha creato nel 2022 “We Voz”, specializzata in “vocal content”.

Come già illustra il nome, che unisce la parola inglese “We” (noi, inteso come comunità di persone) con la parola spagnola “Voz” (voce), accessibile da tutti i browser e disponibile anche con un’app – mette al centro il valore della community, in cui l’utente può dar voce liberamente alla propria individualità, nel rispetto delle differenze di pensiero e nei limiti di legge. Un servizio gratuito di social networking, che arricchisce l’efficacia del testo con la comodità dell’audio per offrire all’utente un’esperienza interattiva, innovativa e “screenless”.

Il nuovo social audio, dall’impostazione grafica chiara e facilmente fruibile, ha una struttura essenziale che offre contenuti diretti e accessibili da parte di tutti. Il sistema consente la riproduzione continua dei contenuti offrendo all’utente la possibilità di essere social senza utilizzare lo schermo e svolgendo altre attività.

WeVoz è inoltre dotato di tecnologia di ultima generazione ‘speech to text’, che consente di trascrivere simultaneamente il messaggio audio. Inoltre, tramite l’utilizzo di tag, i contenuti dei singoli messaggi audio possono essere indicizzati e selezionati attraverso dei filtri di ricerca.

Oltre alla presenza di una piattaforma web, è presente la relativa applicazione scaricabile da App store, Google play, Microsoft Store e in versione Desktop per Windows, consentono alla community di interagire tramite i “Voz”, ovvero contenuti vocali di breve durata, che vengono riprodotti dal player automatico, con l’intento di permettere la fruizione dell’app mentre si svolgono altre attività, senza utilizzare lo schermo.

In vista del lancio del social network, We Voz ha effettuato un sondaggio dal quale è emerso che per 8 italiani su 10 l’immediatezza e la praticità dell’audio sono caratteristiche che portano i contenuti vocali ancor di più al centro della comunicazione digitale.

L’indagine, su un campione di oltre 1.200 cittadini iscritti ad almeno un social network, ha fornito alcune indicazioni importanti sulla vita digitale degli utenti:

-Il 61% ricorre maggiormente al formato di testo per le comunicazioni, ma 9 utenti su 10 preferirebbero farlo via audio per una maggiore chiarezza e intimità.

-Per due utenti su tre la voce ha meno possibilità di essere fraintesa e inoltre ha il vantaggio di permettere, con un messaggio audio, di svolgere nello stesso tempo altre attività. Difatti un intervistato su quattro preferirebbe poter comunicare sui social media mentre si dedica ad altro.

-Per il 69% del campione ritiene irrinunciabile, come strumento di comunicazione, la voce. In questi ultimi anni, con la pandemia, il trend sembra quindi portare a dire che gli utenti preferiscono comunicare nella maniera più diretta possibile, con la voce ma senza rinunciare ai testi scritti.

“È il primo social che mette la vita dell’utente al centro dell’intero progetto e guarda alla community come obiettivo piuttosto che come strumento. A differenza di altri social, su We Voz non è l’algoritmo a incidere sulla viralità di un contenuto, ma gli stessi utenti che premiano i voz più apprezzati. È una piattaforma unica nel panorama digital, un progetto ambizioso che nel 2022 coinvolgerà vozzer, creators, aziende e utenti di tutte le età”, conclude Di Sante.

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