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Società partecipate, sit in dei lavoratori licenziati davanti la Prefettura di Palermo

venerdì 22 Settembre 2017
lavoratori partecipate

Sono 132 gli ex dipendenti delle società partecipate della Regione Siciliana, messe in liquidazione o fallite, che da mesi attendono di transitare alla SaS, la Servizi ausiliari Sicilia. Si tratta, tra gli altri, dei lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, Lavoro Sicilia, Spi. Un’attesa che si prolunga ormai da anni e che slitta di settimana in settimana. Secondo le ultime rassicurazioni fornite dall’assessore all’economia, Alessandro Baccei, il passaggio si sarebbe dovuto compiere entro l’estate, ma così non è stato. Così ieri pomeriggio una rappresentanza di lavoratori esasperati è scesa in piazza per manifestare davanti la Prefettura di Palermo, che si è impegnata a sollecitare un confronto tra le parti in causa. Nel frattempo è stato già annunciato per lunedì mattina un altro sit in di fronte la sede dell’Assessorato all’economia.

Il loro calvario inizia alcuni anni fa quando il governo Lombardo decide di avviare un piano di riordino e riduzione delle partecipate a causa della loro insostenibilità economica, più volte sottolineata dalla Corte dei Conti. Il programma di sfoltimento viene proseguito dal governo Crocetta. Di anno in anno calano le risorse destinate in finanziaria. Molte non reggono i tagli. Alcune vengono messe in liquidazione, altre invece falliscono direttamente. Frattanto, seppur in tempi diversi, i dipendenti di tutte le società vengono licenziati e inseriti in un albo unico dal quale le varie articolazioni della macchina regionale dovrebbero attingere in caso di necessità.

Sul loro destino si infrangono una serie di interpretazioni normative per le quali la Regione chiede diversi pareri prima di procedere al trasferimento in altri enti. Non sono, infatti, lavoratori pubblici ma parapubblici. Dopo un lungo periodo di incertezza arriva la soluzione. Si chiama, per l’appunto SaS, una società costituita nel 2012 che si occupa di pulizie e portierato presso enti pubblici, ma che da quel momento allargherà a 360 gradi lo spettro delle proprie attività, operando alla stregua di un’agenzia di somministrazione lavoro. In altre parole la SaS avrà la possibilità di stipulare dei contratti di servizio con altre amministrazioni in forza dei quali potrà assumere i lavoratori provenienti dalle partecipate.

Per tale motivo nelle ultime finanziarie approvate dall’Ars vengono stanziate le risorse necessarie per procedere alle assunzioni. I fondi, quindi, ci sono, così come da fonti sindacali si apprende che da tempo sono stati definiti ben tre contratti di servizio che garantirebbero il riassorbimento dei 132 dipendenti in questione. Tuttavia lo stallo permane. Da un paio di settimane la vertenza è passata all’attenzione della vicepresidente della Regione Siciliana, l’assessore alle attività produttive Mariella Lo Bello, che si è impegnata a sbloccare la situazione.

Per Mimma Calabrò, segretaria generale della Fisascat Sicilia, “la vicenda è inaccettabile, si tratta di persone altamente qualificate che potrebbero rispondere alle esigenze di competenze richieste nei vari rami dell’amministrazione regionale”. Per la sindacalista della Cisl “non si può continuare ad appendere il futuro di queste persone alle interpretazioni giuridiche. Bisogna uscire dagli equilibrismi. La normativa è chiara: non sarebbero nuove assunzione, perchè si tratta di lavoratori di società pubbliche con contratto a tempo indeterminato”.

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